Leiun, da Zengji
Introduzione
Questa breve escursione porta sulla sinista orografica della valle di Gressoney in una zona non ancora raggiunta dalle automobili. Il patrimonio architettonico è ancora intatto anche se diverse costruzioni sono abbandonate e rischiano di crollare. Nel villaggio di Lion (Leiun) resiste alle ingiurie del tempo un vecchio stadel: è il primo che si incontra sul sentiero che porta al Colle del Lupo. Sotto la casa piu bella si trova un abbeveratoio scavato nella roccia che da solo vale la piccola fatica che richiede quest'escursione.
Descrizione
Dopo aver lasciato l'auto ci sia avvia seguendo il segnavia per il Colle del Lupo lungo una bella mulattiera selciata che entra nella macchia di latifoglie, si attraversa il ponte canale che convoglia le acque del Lys fino al bacino di carico della centrale idroelettrica della Compagnia Valdostana delle Acque e si prosegue all'ombra dei castagni fino raggiungere una vera e propria scala in pietra che passa a fianco della grande casa di Lassiti (1060 m). Sotto una finestra si nota il buco dello scarico del lavandino.
Nelle vecchie case il lavabo della cucina era semplicemente una vasca in pietra posta sotto la finestra per sfruttare meglio l'illuminazione naturale. Poiché mancavano le fogne, l'acqua sporca finiva direttamente all'esterno, attraverso un buco nel muro. Dopo un breve tratto in piano una curva porta ai piedi di un rudere che si staglia contro il cielo azzurro; sono ancora perfettamente leggibili le strutture in pietra, quelle in legno sono da tempo crollate.
Si entra nei pascoli che circondano il villaggio di Bioley (Bioule, 1127 m), le belle case in pietra sono desolatamente vuote, il sentiero le attraversa e proprio all'uscita della frazione sfiora la cappella restaurata che porta incisa sul colmo la data 1780. Alle spalle della frazione il sentiero è stato rimesso a nuovo, si presenta largo e con le pietre di pavimentazione ben connesse.
Poco più in alto vi è ancora un tratto delimitato a valle dalle grandi lastre di pietra infilate verticalmente nel terreno alla maniera walser. Non appena si arriva al piccolo pianoro di Vasir (1280 m) si vede sulla sinistra una bella casa in pietra con alle spalle la punta del Mont Nery e sulla destra l'arrivo della teleferica di collegamento con il fondovalle. Avvicinandosi al bordo della rupe è visibile dal belvedere buona parte del cammino percorso: la partenza del sentiero dove si lascia l'auto, il canale di carico della centrale idroelettrica, il bacino di sbarramento su Lys, i tetti del villaggio di Bioley.
Il sentiero qui si restringe, è bordato da alcuni muri in pietra. Un passo dopo l'altro si prosegue risalendo il fianco ripido della valle. Poco più di 10.000 anni fa pascoli e boscaglia non esistevano, tutta la vallata era occupata dal ghiacciaio del Lys che si stava ritirando dopo l'espansione dell'ultima era glaciale. Quasi senza accorgersene si arriva la villaggio di Lion (Leiun) che è costruito ai bordi di un pianoro sospeso sul fondovalle. Esso raccoglie una manciata di case rurali estremamente interessanti. Quella più grande ha il colmo datato 1895, la facciata principale ha quattro piani e si accede al primo da una scala in pietra con i gradini larghi e ben connessi, un sottile muro in pietra fa da corrimano. A pochi passi si trova l' abbeveratoio ricavato da un pezzo unico di roccia di forma irregolare. È stato scavato e rifinito a colpi di scalpello fino ad ottenere una piccola conca dalle pareti ben lavorate.
Per arrivare al primo stadel che si trova nel vallone del Tourrison occorre oltrepassare le basse case in pietra che occupano il centro del villaggio e in mezzo ad alcuni ruderi appaiono i vecchi tronchi di larice di questa tipica costruzione in legno. Proprio il materiale utilizzato nella sua costruzione ci segnala che siamo di fronte ad una casa antica: tronchi di larice così grossi erano comuni centinaia di anni fa quando l'uomo iniziò a colonizzare le parti alte della valle di Gressoney, ora sono quasi scomparsi perché da tempo i boschi sono stati tagliati e sostituiti da campi e pascoli.
Per centinaia di anni queste costruzioni hanno seguito lo scorrere delle stagioni amorevolmente custodite dalla mano dell'uomo. Ora le grondaie ricavate da tronchi sottili scavati all'interno sono cadute a terra, una porta in legno resiste alle incurie degli uomini ma non difende più l'interno dello stadel in cui entrano le capre a cercare rifugio. Dal tetto le prime gocce scorrono tra i travi, facendoli marcire. Da alcuni anni queste splendide testimonianze di architettura rurale sono abbandonate a loro stesse e le strutture che hanno sfidato i secoli rischiano di scomparire in pochi decenni. Finché sono in piedi, salite a vedere le case di Lion (1392 m, 1h15').