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Quintino Sella Refuge at Felik, from the Bettaforca Pass

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Last survey: 30/08/2006
Difficulty
T3
Length
8.80 Km
Departure altitude
2727 m
Arrival height
3585 m
Positive difference in height
858 m
Negative difference in height
858 m
Round trip time
03h00'
Return time
02h00'
Recommended period

Introduction

The route to the Quintino Sella Refuge is usually frequented by mountaineers preparing to make the ascents of the Castore and Lyskamm, but can also be considered an interesting excursion destination for experienced hikers. The hut's location on the edge of the Felik glacier, at the foot of beautiful peaks of over 4000 m, will repay the efforts and difficulties encountered.

Description

To reach the Bettaforca pass (2727m) you can either take the Monterosa Ski lifts or ascend from Staffal following itinerary 1 .
Leaving the chairlift, take a small road heading north, after a few metres you come to the start of path 9 which begins to ascend, leaving the rocky ridges of the watershed crest between the Ayas and Gressoney valleys on your left. Immediately the hiker's view of the splendid spectacle of the Monte Rosa glaciers appears: from the Lyskamm to the Vincent Pyramid, the panorama is truly grandiose. After rejoining the little road, take the path again, which crosses a short slope until it joins a short clearing: from here, proceed halfway up the mountainside in a stony environment until it joins the crest at the Passi di Bettolina Inferiore (2905m, 0h30').

Having ignored the descents to Saint-Jacques, first to the left, and to Staffal, later to the right, the trail continues upwards across a long scree plateau until reaching the Upper Bettolina Pass (3100m, 1h00').

On reaching the pass, ignore the path 7 that descends to the Pian di Verra Superiore and proceed for a short distance along the wide ridge to leave it on the left by going halfway up the scree slope and then climbing up the scree slope until reaching the ridge again (3280m, 1h30').

The trail continues again for a stretch on the Gressoney side until it joins the ridge again, at the level of a gigantic cairn, to begin the most demanding part of the itinerary (3465m, 2h00'). 

The trail continues on the ridge, which narrows until the start of the fixed ropes: thanks to these, a series of very exposed passages on the ridge can be overcome until reaching a short wooden footbridge. After the footbridge, turn slightly to the right, still assisted by the ropes, to ascend the last rocky prominence before the hut. The path snakes its way between the rocks, with a few uneasy passages, until it reaches the plateau at the foot of the Felik glacier on which the Quintino Sella hut is built (3585 m, 3h00').
The descent follows the same route as the ascent (2h00').

 

Galleria fotografica

© 2021 - Massimo Martini
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We have been there
Gianfranco bgf63

Edited by:

Il rifugio Quintino Sella al Felik

Partiti da Alessandria di buon ora (6.00) imbocchiamo la A26 in direzione Gravellona Toce e poi svincolo per Aosta. Usciamo a Point Saint Martin e, svoltando a destra cominciamo a risalire la valle del Lys in direzione Gressoney La Trinitè. Giunti qui si procediamo verso la localià Staffal. Parcheggiamo l'auto nel piazzale partenza impianti e prendiamo la funivia che ci porterà a Sant'Anna. Qui facciamo il cambio con la seggiovia che ci scaricherà sul colle del Bettaforca. Intanto si sono già fatte le 9.30. Giornata splendida e con noi arrivano anche un gruppo di ragazzi che provengono da Milano. Per loro è la prima volta che salgono al Quintino così come lo è per me e il Mic. Solito rito del "trucco". Crema solare e abbondante burro cacao sulle labbra. Qui siamo a 2.700 Mt. mentre l'arrivo è quasi a 3.600 Mt. e siamo in Agosto. E' opportuno non fare economia con le protezioni. C'è un bar sul Bettaforca. Meglio aggiungere ancora una bottiglia d'acqua alla nostra scorta stipata nelle borracce. Sul percorso non ci sono altri punti per gli approvigionamenti. Zaino in spalla, macchine fotografiche pronte a portata di mano, bastoncini impugnati e in marcia ! Il sentiero da imboccare e subito a destra scendendo dalla seggiovia, ben indicato dal solito cartello a fondo giallo indicante il n° 9. Se pensate di attraversare boschi per godervi l'ombra, scordatevelo. Il limite boschivo è ormai a 500 Mt. più in basso, quindi tutto il nostro percorso sarà sotto il sole. Siamo in marcia da circa mezz'ora, la stazione di arrivo della seggiovia è già scomparsa alla nostra vista, quando inaspettatamente, meraviglia davanti ai nostri occhi. Un branco di stambecchi, perlopiù femmine, con i loro cuccioli al seguito. Le macchine fotografiche cominciano a "sparare" a raffica e in ogni direzione. Monto anche il teleobbiettivo 75-300 mm. sulla mia Canon 300-D così da riprenderli un pò più da vicino. D'altronde sono quasi tutti giovanissimi e molto schivi, a differenza degli adulti che magari ti permettono qualche metro in più di avvicinamento. Presi dall'emozione, non ci rendiamo conto che abbiamo perso un buon quarto d'ora. Ripartiamo, seguendo i pallini gialli sulle rocce o gli ometti di pietra. La salita è dura, tutta su roccia e sfasciumi ma tutt'intorno il panorama merita di essere ammirato, e così fra sguardi di ammirazione, scatti fotografici, abbeveraggi, il tempo passa inesorabilmente senza che ce ne rendessimo conto. Ecco perchè la nostra salita è stata così lunga. Si arriva al colle della Bettolina. Piccola sosta per riprendere fiato ed energie (come se non ne avessimo fatte fin'ora!!!). Giungiamo finalmente all'inizio dei tratti attrezzati. Ci si arrampica tenendosi alle catene e con occhio sempre vigile siamo sulla cresta. Qui è un pò più agevole ma sia alla nostra destra che alla nostra sinistra i dirupi non ti permettono distrazioni. Ci si tiene al canapone che corre alla nostra sinistra. E' un pò basso, ma, anche se scomodo, tenersi a qual'cosa ti infonde sicurezza. In una piccola conca troviamo persino ancora un pò di neve. La attraversiamo senza difficoltà e subito dopo, sulla roccia, una targa di ottone ruba la mia attenzione. Ricorda una ragazza di quindici anni precipitata giù in basso un pò di anni prima. Penso per un istante a quel momento.... Deve essere stato tremendo. Una giornata partita all'insegna del divertimento, come stiamo facendo io e Mario, si trasforma in un attimo in un dramma al quale non c'è rimedio. Qui in cresta è meglio non fermarsi se si hanno delle persone al nostro seguito, perchè se volessero passarci davanti, lo spazio e molto risicato. Meglio tirare dritto. Comunque noi abbiamo lasciato passare un gruppo molto prima, in un punto dove lo si poteva fare senza pericoli, così ogni tanto mi fermo per guardare alla mia sinistra, dove scende l'imponente ghiacciaio di Verra e scrutando bene con il binocolo riesco anche ad intravedere la sagoma del rifugio Mezzalama. Siamo sulla passerella di legno e oltrepassandola superiamo l'ultima salita che ci porterà dritti dritti davanti al Quintino Sella. Sono oramai le 13.30 abbondanti quando io e Mario posiamo gli zaini a terra e con soddisfazione leggiamo la targa sulla facciata del rifugio: "CLUB ALPINO ITALIANO - SEZIONE DI BIELLA - NUOVA CAPANNA QUINTINO SELLA AL FELIK - MT. 3585". Controllo l'altimetro del mio gps. Mi conferma l'altitudine. Soddisfatissimi ci concediamo il consueto spuntimo, mentre ci godiamo il panorama tutt'intorno. La neve e il ghiaccio padroneggiano senza timore di sciogliersi, mentre alle spalle del rifugio si erge la sommità del Castore che domina il piccolo altopiano dove ci troviamo. Ovviamente scattiamo foto, anche con l'aiuto di altri escursionisti, così per farci riprendere io e Mario insieme. Sopraggiungono un pò di nubi, ahimè, tanto da coprire la vista delle cime intorno a noi, e tra queste anche il Cervino. Scende la temperatura, tanto da obbligarmi a tirar fuori dallo zaino la giacchetta estiva ed indossarla. Mario, seguendo il mio esempio si infila un maglione in più. Non abbiamo molto tempo per aspettare che si apra un pò il cielo. Abbiamo perso troppo tempo nella salita con le foto e sappiamo che dobbiamo essere al Bettaforca entro le 17.30. Poi la seggiovia e la funivia chiudono e arrivare in paese scendendo a piedi vorrebbe dire affrontare 1.100 Mt di dislivello in più arrivando all'autovettura inesorabilmente di sera e con fatica in più accumulata nelle gambe. Trascorsa così un'ora circa al rifugio, cominciamo la discesa. Annuvolamenti si alternano a sprazzi di sereno, mentre si alza un pò di vento che, sinceramente, in alcuni momenti è persino fastidioso. Mi si gelano le mani, quindi inforco i guanti e già che ci sono anche il cappellino invernale. Arriviamo alla stazione della seggiovia dieci minuti prima della chiusura. Sbarchiamo a Sant'Anna e saliamo sulla funivia che scende a Gressoney. E' l'ultima corsa, ma il manovratore ci avvisa che partiremo in ritardo. C'è ancora un gruppo dietro di noi. Hanno telefonato e disperati hanno chiesto e ottenuto di essere attesi. Meglio così. Il sole è riuscito ad avere la meglio su quelle poche nubi che in quota ci hanno raggelato, mi tolgo la giacchetta e io e il Mic ce lo godiamo nell'attesa. Bellissimo il Sella....... da ripetere !!!!
fiore49

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Rifugio Quintino Sella al Felik

Nostalgiaaa!! (Rifugio Q. Sella nel luglio 1968)
utanapistim

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Rifugio Quintino Sella

e c'ero pure io... uno degli scenari più belli che mi siano capitati recentemente. luca http://utanapistim.wordpress.com/
Gianfranco bgf63

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Il rifugio Quintino Sella al Felik

Partiti da Alessandria di buon ora (6.00) imbocchiamo la A26 in direzione Gravellona Toce e poi svincolo per Aosta. Usciamo a Point Saint Martin e, svoltando a destra cominciamo a risalire la valle del Lys in direzione Gressoney La Trinitè. Giunti qui si procediamo verso la localià Staffal. Parcheggiamo l'auto nel piazzale partenza impianti e prendiamo la funivia che ci porterà a Sant'Anna. Qui facciamo il cambio con la seggiovia che ci scaricherà sul colle del Bettaforca. Intanto si sono già fatte le 9.30. Giornata splendida e con noi arrivano anche un gruppo di ragazzi che provengono da Milano. Per loro è la prima volta che salgono al Quintino così come lo è per me e il Mic. Solito rito del "trucco". Crema solare e abbondante burro cacao sulle labbra. Qui siamo a 2.700 Mt. mentre l'arrivo è quasi a 3.600 Mt. e siamo in Agosto. E' opportuno non fare economia con le protezioni. C'è un bar sul Bettaforca. Meglio aggiungere ancora una bottiglia d'acqua alla nostra scorta stipata nelle borracce. Sul percorso non ci sono altri punti per gli approvigionamenti. Zaino in spalla, macchine fotografiche pronte a portata di mano, bastoncini impugnati e in marcia ! Il sentiero da imboccare e subito a destra scendendo dalla seggiovia, ben indicato dal solito cartello a fondo giallo indicante il n° 9. Se pensate di attraversare boschi per godervi l'ombra, scordatevelo. Il limite boschivo è ormai a 500 Mt. più in basso, quindi tutto il nostro percorso sarà sotto il sole. Siamo in marcia da circa mezz'ora, la stazione di arrivo della seggiovia è già scomparsa alla nostra vista, quando inaspettatamente, meraviglia davanti ai nostri occhi. Un branco di stambecchi, perlopiù femmine, con i loro cuccioli al seguito. Le macchine fotografiche cominciano a "sparare" a raffica e in ogni direzione. Monto anche il teleobbiettivo 75-300 mm. sulla mia Canon 300-D così da riprenderli un pò più da vicino. D'altronde sono quasi tutti giovanissimi e molto schivi, a differenza degli adulti che magari ti permettono qualche metro in più di avvicinamento. Presi dall'emozione, non ci rendiamo conto che abbiamo perso un buon quarto d'ora. Ripartiamo, seguendo i pallini gialli sulle rocce o gli ometti di pietra. La salita è dura, tutta su roccia e sfasciumi ma tutt'intorno il panorama merita di essere ammirato, e così fra sguardi di ammirazione, scatti fotografici, abbeveraggi, il tempo passa inesorabilmente senza che ce ne rendessimo conto. Ecco perchè la nostra salita è stata così lunga. Si arriva al colle della Bettolina. Piccola sosta per riprendere fiato ed energie (come se non ne avessimo fatte fin'ora!!!). Giungiamo finalmente all'inizio dei tratti attrezzati. Ci si arrampica tenendosi alle catene e con occhio sempre vigile siamo sulla cresta. Qui è un pò più agevole ma sia alla nostra destra che alla nostra sinistra i dirupi non ti permettono distrazioni. Ci si tiene al canapone che corre alla nostra sinistra. E' un pò basso, ma, anche se scomodo, tenersi a qual'cosa ti infonde sicurezza. In una piccola conca troviamo persino ancora un pò di neve. La attraversiamo senza difficoltà e subito dopo, sulla roccia, una targa di ottone ruba la mia attenzione. Ricorda una ragazza di quindici anni precipitata giù in basso un pò di anni prima. Penso per un istante a quel momento.... Deve essere stato tremendo. Una giornata partita all'insegna del divertimento, come stiamo facendo io e Mario, si trasforma in un attimo in un dramma al quale non c'è rimedio. Qui in cresta è meglio non fermarsi se si hanno delle persone al nostro seguito, perchè se volessero passarci davanti, lo spazio e molto risicato. Meglio tirare dritto. Comunque noi abbiamo lasciato passare un gruppo molto prima, in un punto dove lo si poteva fare senza pericoli, così ogni tanto mi fermo per guardare alla mia sinistra, dove scende l'imponente ghiacciaio di Verra e scrutando bene con il binocolo riesco anche ad intravedere la sagoma del rifugio Mezzalama. Siamo sulla passerella di legno e oltrepassandola superiamo l'ultima salita che ci porterà dritti dritti davanti al Quintino Sella. Sono oramai le 13.30 abbondanti quando io e Mario posiamo gli zaini a terra e con soddisfazione leggiamo la targa sulla facciata del rifugio: "CLUB ALPINO ITALIANO - SEZIONE DI BIELLA - NUOVA CAPANNA QUINTINO SELLA AL FELIK - MT. 3585". Controllo l'altimetro del mio gps. Mi conferma l'altitudine. Soddisfatissimi ci concediamo il consueto spuntimo, mentre ci godiamo il panorama tutt'intorno. La neve e il ghiaccio padroneggiano senza timore di sciogliersi, mentre alle spalle del rifugio si erge la sommità del Castore che domina il piccolo altopiano dove ci troviamo. Ovviamente scattiamo foto, anche con l'aiuto di altri escursionisti, così per farci riprendere io e Mario insieme. Sopraggiungono un pò di nubi, ahimè, tanto da coprire la vista delle cime intorno a noi, e tra queste anche il Cervino. Scende la temperatura, tanto da obbligarmi a tirar fuori dallo zaino la giacchetta estiva ed indossarla. Mario, seguendo il mio esempio si infila un maglione in più. Non abbiamo molto tempo per aspettare che si apra un pò il cielo. Abbiamo perso troppo tempo nella salita con le foto e sappiamo che dobbiamo essere al Bettaforca entro le 17.30. Poi la seggiovia e la funivia chiudono e arrivare in paese scendendo a piedi vorrebbe dire affrontare 1.100 Mt di dislivello in più arrivando all'autovettura inesorabilmente di sera e con fatica in più accumulata nelle gambe. Trascorsa così un'ora circa al rifugio, cominciamo la discesa. Annuvolamenti si alternano a sprazzi di sereno, mentre si alza un pò di vento che, sinceramente, in alcuni momenti è persino fastidioso. Mi si gelano le mani, quindi inforco i guanti e già che ci sono anche il cappellino invernale. Arriviamo alla stazione della seggiovia dieci minuti prima della chiusura. Sbarchiamo a Sant'Anna e saliamo sulla funivia che scende a Gressoney. E' l'ultima corsa, ma il manovratore ci avvisa che partiremo in ritardo. C'è ancora un gruppo dietro di noi. Hanno telefonato e disperati hanno chiesto e ottenuto di essere attesi. Meglio così. Il sole è riuscito ad avere la meglio su quelle poche nubi che in quota ci hanno raggelato, mi tolgo la giacchetta e io e il Mic ce lo godiamo nell'attesa. Bellissimo il Sella....... da ripetere !!!!
Gianfranco bgf63

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Il rifugio Quintino Sella

Gianfranco bgf63

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Il rifugio Quintino Sella al Felik

Partiti da Alessandria di buon ora (6.00) imbocchiamo la A26 in direzione Gravellona Toce e poi svincolo per Aosta. Usciamo a Point Saint Martin e, svoltando a destra cominciamo a risalire la valle del Lys in direzione Gressoney La Trinitè. Giunti qui si procediamo verso la localià Staffal. Parcheggiamo l'auto nel piazzale partenza impianti e prendiamo la funivia che ci porterà a Sant'Anna. Qui facciamo il cambio con la seggiovia che ci scaricherà sul colle del Bettaforca. Intanto si sono già fatte le 9.30. Giornata splendida e con noi arrivano anche un gruppo di ragazzi che provengono da Milano. Per loro è la prima volta che salgono al Quintino così come lo è per me e il Mic. Solito rito del "trucco". Crema solare e abbondante burro cacao sulle labbra. Qui siamo a 2.700 Mt. mentre l'arrivo è quasi a 3.600 Mt. e siamo in Agosto. E' opportuno non fare economia con le protezioni. C'è un bar sul Bettaforca. Meglio aggiungere ancora una bottiglia d'acqua alla nostra scorta stipata nelle borracce. Sul percorso non ci sono altri punti per gli approvigionamenti. Zaino in spalla, macchine fotografiche pronte a portata di mano, bastoncini impugnati e in marcia ! Il sentiero da imboccare e subito a destra scendendo dalla seggiovia, ben indicato dal solito cartello a fondo giallo indicante il n° 9. Se pensate di attraversare boschi per godervi l'ombra, scordatevelo. Il limite boschivo è ormai a 500 Mt. più in basso, quindi tutto il nostro percorso sarà sotto il sole. Siamo in marcia da circa mezz'ora, la stazione di arrivo della seggiovia è già scomparsa alla nostra vista, quando inaspettatamente, meraviglia davanti ai nostri occhi. Un branco di stambecchi, perlopiù femmine, con i loro cuccioli al seguito. Le macchine fotografiche cominciano a "sparare" a raffica e in ogni direzione. Monto anche il teleobbiettivo 75-300 mm. sulla mia Canon 300-D così da riprenderli un pò più da vicino. D'altronde sono quasi tutti giovanissimi e molto schivi, a differenza degli adulti che magari ti permettono qualche metro in più di avvicinamento. Presi dall'emozione, non ci rendiamo conto che abbiamo perso un buon quarto d'ora. Ripartiamo, seguendo i pallini gialli sulle rocce o gli ometti di pietra. La salita è dura, tutta su roccia e sfasciumi ma tutt'intorno il panorama merita di essere ammirato, e così fra sguardi di ammirazione, scatti fotografici, abbeveraggi, il tempo passa inesorabilmente senza che ce ne rendessimo conto. Ecco perchè la nostra salita è stata così lunga. Si arriva al colle della Bettolina. Piccola sosta per riprendere fiato ed energie (come se non ne avessimo fatte fin'ora!!!). Giungiamo finalmente all'inizio dei tratti attrezzati. Ci si arrampica tenendosi alle catene e con occhio sempre vigile siamo sulla cresta. Qui è un pò più agevole ma sia alla nostra destra che alla nostra sinistra i dirupi non ti permettono distrazioni. Ci si tiene al canapone che corre alla nostra sinistra. E' un pò basso, ma, anche se scomodo, tenersi a qual'cosa ti infonde sicurezza. In una piccola conca troviamo persino ancora un pò di neve. La attraversiamo senza difficoltà e subito dopo, sulla roccia, una targa di ottone ruba la mia attenzione. Ricorda una ragazza di quindici anni precipitata giù in basso un pò di anni prima. Penso per un istante a quel momento.... Deve essere stato tremendo. Una giornata partita all'insegna del divertimento, come stiamo facendo io e Mario, si trasforma in un attimo in un dramma al quale non c'è rimedio. Qui in cresta è meglio non fermarsi se si hanno delle persone al nostro seguito, perchè se volessero passarci davanti, lo spazio e molto risicato. Meglio tirare dritto. Comunque noi abbiamo lasciato passare un gruppo molto prima, in un punto dove lo si poteva fare senza pericoli, così ogni tanto mi fermo per guardare alla mia sinistra, dove scende l'imponente ghiacciaio di Verra e scrutando bene con il binocolo riesco anche ad intravedere la sagoma del rifugio Mezzalama. Siamo sulla passerella di legno e oltrepassandola superiamo l'ultima salita che ci porterà dritti dritti davanti al Quintino Sella. Sono oramai le 13.30 abbondanti quando io e Mario posiamo gli zaini a terra e con soddisfazione leggiamo la targa sulla facciata del rifugio: "CLUB ALPINO ITALIANO - SEZIONE DI BIELLA - NUOVA CAPANNA QUINTINO SELLA AL FELIK - MT. 3585". Controllo l'altimetro del mio gps. Mi conferma l'altitudine. Soddisfatissimi ci concediamo il consueto spuntimo, mentre ci godiamo il panorama tutt'intorno. La neve e il ghiaccio padroneggiano senza timore di sciogliersi, mentre alle spalle del rifugio si erge la sommità del Castore che domina il piccolo altopiano dove ci troviamo. Ovviamente scattiamo foto, anche con l'aiuto di altri escursionisti, così per farci riprendere io e Mario insieme. Sopraggiungono un pò di nubi, ahimè, tanto da coprire la vista delle cime intorno a noi, e tra queste anche il Cervino. Scende la temperatura, tanto da obbligarmi a tirar fuori dallo zaino la giacchetta estiva ed indossarla. Mario, seguendo il mio esempio si infila un maglione in più. Non abbiamo molto tempo per aspettare che si apra un pò il cielo. Abbiamo perso troppo tempo nella salita con le foto e sappiamo che dobbiamo essere al Bettaforca entro le 17.30. Poi la seggiovia e la funivia chiudono e arrivare in paese scendendo a piedi vorrebbe dire affrontare 1.100 Mt di dislivello in più arrivando all'autovettura inesorabilmente di sera e con fatica in più accumulata nelle gambe. Trascorsa così un'ora circa al rifugio, cominciamo la discesa. Annuvolamenti si alternano a sprazzi di sereno, mentre si alza un pò di vento che, sinceramente, in alcuni momenti è persino fastidioso. Mi si gelano le mani, quindi inforco i guanti e già che ci sono anche il cappellino invernale. Arriviamo alla stazione della seggiovia dieci minuti prima della chiusura. Sbarchiamo a Sant'Anna e saliamo sulla funivia che scende a Gressoney. E' l'ultima corsa, ma il manovratore ci avvisa che partiremo in ritardo. C'è ancora un gruppo dietro di noi. Hanno telefonato e disperati hanno chiesto e ottenuto di essere attesi. Meglio così. Il sole è riuscito ad avere la meglio su quelle poche nubi che in quota ci hanno raggelato, mi tolgo la giacchetta e io e il Mic ce lo godiamo nell'attesa. Bellissimo il Sella....... da ripetere !!!!
utanapistim

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Rifugio Quintino Sella

e c'ero pure io... uno degli scenari più belli che mi siano capitati recentemente. luca http://utanapistim.wordpress.com/e c'ero pure io... uno degli scenari più belli che mi siano capitati recentemente. luca http://utanapistim.wordpress.com/
ALERO

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Rifugio Quintino Sella

Escursione bellissima, peccato che io non riesca ad allegare le foto. Ci sono andata il 25 agosto con una giornata tersa ed una spolverata di neve.
utanapistim

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Rifugio Quintino Sella

e c'ero pure io... uno degli scenari più belli che mi siano capitati recentemente.

laura.p

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Rifugio Quintino Sella

Fantastico! Ci siamo stati il 20 e il 21 agosto 2008...Fantastico! Ci siamo stati il 20 e il 21 agosto 2008...
fiore49

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Rifugio Quintino Sella al Felik

Nostalgiaaa!! (Rifugio Q. Sella nel luglio 1968)

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