Monte Pizzetto, da Bannio
Accesso
Si percorre la A26 Genova-Gravellona e si esce al suo termine a Gravellona Toce e, proseguendo sulla superstrada per Domodossola, si esce allo svincolo di Pieve Vergonte e si seguono le indicazioni per Macugnaga. Inoltrandosi nella Valle Anzasca si giunge alla frazione di Pontegrande dove si svolta a sinistra per Bannio Anzino; giunti ad un bivio si tiene la destra e si giunge a Bannio dove, dopo aver superato il centro paese, si prosegue per la frazione Fontane e si parcheggia l’auto in qualche slargo ad essa attiguo.
Introduzione
L’escursione si sviluppa interamente sul crinale della montagna dove si trovano molte baite caratteristiche e bei panorami che spaziano sulla Valle Anzasca, sull’himalayana parete est del Monte Rosa e sulle altre vette che dominano Macugnaga e l’alta valle dell’Ossola.
Descrizione
Dalle ultime case ci si incammina per poco sulla strada asfaltata e, prima di una sbarra metallica, si incontra sulla destra una palina col segnavia [B19] che ci indirizza nel rado bosco il quale si risale in lieve pendenza incontrando dapprima una cappelletta votiva ed appena dopo alcune baite (970m). Si prosegue alla destra di queste ultime e si rimonta un ampio pendio, che un tempo era la pista di sci del paese, per arrivare al termine del vecchio ski-lift; lasciatolo alla sinistra si continua sul pendio e si arriva ad un pianoro dove si trovano alcune costruzioni ed il vecchio arrivo degli impianti (1090m). Da qui ci si indirizza verso la dorsale della montagna e si sale, con alcuni brevi strappi un po’ ripidi, tra la rada vegetazione giungendo all'Alpe Loro (1348m) e senza spostarsi troppo dall’ampia dorsale la si rimonta passando accanto ad altre baite sino ad arrivare ad un ampio colletto dove si trova una palina segnaletica (1592m); si prosegue sulla destra sempre sul crinale e si arriva a Villa Samonini (1655m) da cui, tra gli alberi un po’ più fitti, si guadagna quota con qualche stretto tornante un po’ ripido e, quando la cresta si fa sottile, ci si sposta sulla destra per fare un traverso un po’ esposto che raggiunge una zona più larga della cresta stessa. Ritornati sul filo ci si sposta sull’altro lato del pendio e, con un altro traverso più lungo ma meno esposto, si passa sotto un’anticima e si ritorna sulla cresta da cui si vede la vetta meta dell’escursione. Per risalire il tratto finale la pendenza si accentua sensibilmente e con un ultimo sforzo si giunge in breve alla panoramica cima.