Relazioni Punti di interesse Ci sono stato Magazine Webcam

Col Léché, da Clemensod

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 02/01/2012
Difficoltà
WT2
Lunghezza
12.00 Km
Quota di partenza
1640 m
Altezza di arrivo
2599 m
Dislivello positivo
931 m
Tempo di andata
03h30'
Tempo di ritorno
02h00'
Periodo consigliato

Introduzione

Il Col Léché è l’ampia insellatura ubicata sullo spartiacque che separa la Comba Dèche, a nord, dalla Comba di Chaléby a sud ed unisce la cresta occidentale del Mont Faroma con la rispettiva cresta orientale del Grad Pays. L’escursione, lunga ed impegnativa, si sviluppa in luoghi poco frequentati dell’alta Valle di St. Barthelemy ed è da intraprendere con condizioni del manto nevoso ben assestato sia per l’attraversamento della ripida bastionata rocciosa a metà percorso che dei pendii superiori oltre l’alpeggio di Léché soggetti a slavine. Il percorso è molto suggestivo e si sviluppa su pendenze che, all’inizio, sono dolci e poco accentuate mentre, dall’imbocco del sentiero a quota 1962, diventano più impegnative anche per la percorrenza di brevi ma esposti traversi.

Descrizione

Dalla sbarra si prosegue sulla traccia della poderale che, in leggera discesa, costeggia la fiancata della montagna avvicinandosi poi al torrente che si attraversa sulla sinistra; compiuta la svolta a sinistra si giunge ad una piccola baita (1627 m) dalla quale su prosegue sul fondo del vallone seguendo il corso del torrente. che si lascia alla destra. Camminando sulla traccia di una larga mulattiera si passa accanto ad una chiusa dell’acqua dopo la quale si attraversa il torrente nel suo punto migliore; la progressione continua in lieve pendenza nello splendido vallone avendo davanti a noi l’imponente sagoma del Mont Faroma. Superata una seconda chiusa dell’acqua ci si congiunge con una poderale proveniente dalla destra (1817 m) e si riattraversa il torrente su un ponte continuando sulla traccia della poderale che sale a sinistra; per evitare di allungare troppo il percorso sulla strada conviene salire direttamente un ampio pendio per andare così a riprenderla più sopra. Si raggiunge in breve un bivio ben segnalato dalle paline (1912 m) al quale si svolta a sinistra e, su percorso con poca pendenza, si trova quasi subito un successivo bivio con l’evidente segnavia su una roccia (1962 m). Lo si risale nel bosco con la pendenza che ora aumenta sensibilmente e, rimanendo leggermente alla destra di una monorotaia di servizio dell’alpeggio superiore (se visibile), si passa al di sotto di numerose rocce sporgenti compiendo alcuni traversi brevi ma esposti; spostandosi sulla destra della bastionata rocciosa si abbandona temporaneamente il percorso della monorotaia arrivando ad un panoramico dentino dal quale si continua la salita più direttamente, ormai fuori dal rado bosco, che sbuca su un pendio in spazi più aperti. Inoltrandosi nel vallone ci si tiene sui pendii di destra dirigendosi verso una grossa balma con una freccia gialla, che si oltrepassa, per arrivare ad un evidente colletto (2286 m) dal quale, invece di seguire il tracciato del sentiero che continua con un lungo ed esposto traverso, conviene risalire il breve tratto ripido che conduce alla sommità della dorsale sormontata da qualche pianta. Ora la salita si addolcisce un po’ e ci si dirige verso nord tra i dolci pendii sui quali si trova il bell’alpeggio di Léché (2353 m), lo si supera sulla destra e, senza scendere nella conca sottostante, si segue la dorsale che si alza con pendenze più sostenute alla sinistra. Quando il percorso spiana un po’, e senza avvicinarsi troppo alle pendici del Grand Pays, si devia leggermente sulla destra in direzione dell’ampia insellatura che si raggiunge con un ultimo tratto ripido.
 

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
© 2011 - Giancarlo Beretta
Ci siamo stati