Rifugio Quintino Sella al Felik, dal Passo della Bettaforca
Introduzione
L'itinerario verso il Rifugio Quintino Sella è frequentato abitualmente dagli alpinisti che si apprestano ad effettuare le ascensioni del Castore e del Lyskamm, ma può essere considerata anche un'interessante meta escursionistica rivolta a camminatori esperti. La posizione del rifugio al margine del ghiacciaio del Felik, ai piedi di bellissime vette sopra i 4000 m, ripagherà gli sforzi e le difficoltà percorse.
Descrizione
Per raggiungere il colle Bettaforca (2727m) si può prendere gli impianti di Monterosa Ski oppure risalire da Staffal seguendo l'itinerario
.
Lasciata la seggiovia si imbocca una stradina che diparte in direzione nord, dopo pochi metri si incrocia l'inizio del sentiero
che inizia a risalire lasciandosi sulla sinistra i crinali rocciosi della cresta spartiacque tra le valli di Ayas e Gressoney. Da subito appare alla vista dell'escursionista lo splendido spettacolo dei ghiacciai del Monte Rosa: dal Lyskamm alla Piramide Vincent il panorama è veramente grandioso. Dopo aver ritrovato la stradina si riprende il sentiero che supera un breve pendio sino a confluire in un breve spiazzo: da qui si procede a mezza costa in ambiente pietroso sino a confluire sulla cresta all'altezza dei Passi di Bettolina Inferiore (2905m, 0h30').
Trascurate le discese per Saint-Jacques, prima a sinistra, e per Staffal, dopo a destra, si riprende a salire il sentiero che attraversa un lungo altopiano detritico sino a raggiungere il Passo di Bettolina Superiore (3100m, 1h00').
Giunti al passo si trascura il sentiero che discende al Pian di Verra Superiore e si procede per un breve tratto lungo la larga cresta per lasciarla sulla sinistra percorrendo un tratto a mezza costa ed in seguito risalendo la pietraia sino a confluire nuovamente sulla cresta (3280m, 1h30').
Si prosegue nuovamente per un tratto nel versante di Gressoney sino ad immettersi nuovamente sulla cresta, all'altezza di un gigantesco ometto, per iniziare il tratto più impegnativo dell'itinerario (3465m, 2h00').
Si procede sulla cresta che si restringe sino all'inizio delle corde fisse: grazie ad esse si supera una serie di passaggi in cresta molto esposti sino a raggiungere una breve passerella in legno. Dopo la passerella si vira leggermente a destra, sempre assistiti dai canaponi, per risalire l'ultimo risalto roccioso che precede il rifugio. Il sentiero serpenteggia tra le rocce, con qualche passaggio poco agevole, sino a confluire sul pianoro alle pendici del ghiacciaio del Felik sul quale è costruito il Rifugio Quintino Sella (3585 m, 3h00').
La discesa avviene lungo il medesimo itinerario percorso in salita (2h00').
Galleria fotografica
Ci siamo stati
Il rifugio Quintino Sella al Felik
Partiti da Alessandria di buon ora (6.00) imbocchiamo la A26 in direzione Gravellona Toce e poi svincolo per Aosta. Usciamo a Point Saint Martin e, svoltando a destra cominciamo a risalire la valle del Lys in direzione Gressoney La Trinitè. Giunti qui si procediamo verso la localià Staffal. Parcheggiamo l'auto nel piazzale partenza impianti e prendiamo la funivia che ci porterà a Sant'Anna. Qui facciamo il cambio con la seggiovia che ci scaricherà sul colle del Bettaforca. Intanto si sono già fatte le 9.30. Giornata splendida e con noi arrivano anche un gruppo di ragazzi che provengono da Milano. Per loro è la prima volta che salgono al Quintino così come lo è per me e il Mic. Solito rito del "trucco". Crema solare e abbondante burro cacao sulle labbra. Qui siamo a 2.700 Mt. mentre l'arrivo è quasi a 3.600 Mt. e siamo in Agosto. E' opportuno non fare economia con le protezioni. C'è un bar sul Bettaforca. Meglio aggiungere ancora una bottiglia d'acqua alla nostra scorta stipata nelle borracce. Sul percorso non ci sono altri punti per gli approvigionamenti. Zaino in spalla, macchine fotografiche pronte a portata di mano, bastoncini impugnati e in marcia ! Il sentiero da imboccare e subito a destra scendendo dalla seggiovia, ben indicato dal solito cartello a fondo giallo indicante il n° 9. Se pensate di attraversare boschi per godervi l'ombra, scordatevelo. Il limite boschivo è ormai a 500 Mt. più in basso, quindi tutto il nostro percorso sarà sotto il sole. Siamo in marcia da circa mezz'ora, la stazione di arrivo della seggiovia è già scomparsa alla nostra vista, quando inaspettatamente, meraviglia davanti ai nostri occhi. Un branco di stambecchi, perlopiù femmine, con i loro cuccioli al seguito. Le macchine fotografiche cominciano a "sparare" a raffica e in ogni direzione. Monto anche il teleobbiettivo 75-300 mm. sulla mia Canon 300-D così da riprenderli un pò più da vicino. D'altronde sono quasi tutti giovanissimi e molto schivi, a differenza degli adulti che magari ti permettono qualche metro in più di avvicinamento. Presi dall'emozione, non ci rendiamo conto che abbiamo perso un buon quarto d'ora. Ripartiamo, seguendo i pallini gialli sulle rocce o gli ometti di pietra. La salita è dura, tutta su roccia e sfasciumi ma tutt'intorno il panorama merita di essere ammirato, e così fra sguardi di ammirazione, scatti fotografici, abbeveraggi, il tempo passa inesorabilmente senza che ce ne rendessimo conto. Ecco perchè la nostra salita è stata così lunga. Si arriva al colle della Bettolina. Piccola sosta per riprendere fiato ed energie (come se non ne avessimo fatte fin'ora!!!). Giungiamo finalmente all'inizio dei tratti attrezzati. Ci si arrampica tenendosi alle catene e con occhio sempre vigile siamo sulla cresta. Qui è un pò più agevole ma sia alla nostra destra che alla nostra sinistra i dirupi non ti permettono distrazioni. Ci si tiene al canapone che corre alla nostra sinistra. E' un pò basso, ma, anche se scomodo, tenersi a qual'cosa ti infonde sicurezza. In una piccola conca troviamo persino ancora un pò di neve. La attraversiamo senza difficoltà e subito dopo, sulla roccia, una targa di ottone ruba la mia attenzione. Ricorda una ragazza di quindici anni precipitata giù in basso un pò di anni prima. Penso per un istante a quel momento.... Deve essere stato tremendo. Una giornata partita all'insegna del divertimento, come stiamo facendo io e Mario, si trasforma in un attimo in un dramma al quale non c'è rimedio. Qui in cresta è meglio non fermarsi se si hanno delle persone al nostro seguito, perchè se volessero passarci davanti, lo spazio e molto risicato. Meglio tirare dritto. Comunque noi abbiamo lasciato passare un gruppo molto prima, in un punto dove lo si poteva fare senza pericoli, così ogni tanto mi fermo per guardare alla mia sinistra, dove scende l'imponente ghiacciaio di Verra e scrutando bene con il binocolo riesco anche ad intravedere la sagoma del rifugio Mezzalama. Siamo sulla passerella di legno e oltrepassandola superiamo l'ultima salita che ci porterà dritti dritti davanti al Quintino Sella. Sono oramai le 13.30 abbondanti quando io e Mario posiamo gli zaini a terra e con soddisfazione leggiamo la targa sulla facciata del rifugio: "CLUB ALPINO ITALIANO - SEZIONE DI BIELLA - NUOVA CAPANNA QUINTINO SELLA AL FELIK - MT. 3585". Controllo l'altimetro del mio gps. Mi conferma l'altitudine. Soddisfatissimi ci concediamo il consueto spuntimo, mentre ci godiamo il panorama tutt'intorno. La neve e il ghiaccio padroneggiano senza timore di sciogliersi, mentre alle spalle del rifugio si erge la sommità del Castore che domina il piccolo altopiano dove ci troviamo. Ovviamente scattiamo foto, anche con l'aiuto di altri escursionisti, così per farci riprendere io e Mario insieme. Sopraggiungono un pò di nubi, ahimè, tanto da coprire la vista delle cime intorno a noi, e tra queste anche il Cervino. Scende la temperatura, tanto da obbligarmi a tirar fuori dallo zaino la giacchetta estiva ed indossarla. Mario, seguendo il mio esempio si infila un maglione in più. Non abbiamo molto tempo per aspettare che si apra un pò il cielo. Abbiamo perso troppo tempo nella salita con le foto e sappiamo che dobbiamo essere al Bettaforca entro le 17.30. Poi la seggiovia e la funivia chiudono e arrivare in paese scendendo a piedi vorrebbe dire affrontare 1.100 Mt di dislivello in più arrivando all'autovettura inesorabilmente di sera e con fatica in più accumulata nelle gambe. Trascorsa così un'ora circa al rifugio, cominciamo la discesa. Annuvolamenti si alternano a sprazzi di sereno, mentre si alza un pò di vento che, sinceramente, in alcuni momenti è persino fastidioso. Mi si gelano le mani, quindi inforco i guanti e già che ci sono anche il cappellino invernale. Arriviamo alla stazione della seggiovia dieci minuti prima della chiusura. Sbarchiamo a Sant'Anna e saliamo sulla funivia che scende a Gressoney. E' l'ultima corsa, ma il manovratore ci avvisa che partiremo in ritardo. C'è ancora un gruppo dietro di noi. Hanno telefonato e disperati hanno chiesto e ottenuto di essere attesi. Meglio così. Il sole è riuscito ad avere la meglio su quelle poche nubi che in quota ci hanno raggelato, mi tolgo la giacchetta e io e il Mic ce lo godiamo nell'attesa. Bellissimo il Sella....... da ripetere !!!!Rifugio Quintino Sella al Felik
Nostalgiaaa!! (Rifugio Q. Sella nel luglio 1968)Rifugio Quintino Sella
e c'ero pure io... uno degli scenari più belli che mi siano capitati recentemente. luca http://utanapistim.wordpress.com/Il rifugio Quintino Sella al Felik
Partiti da Alessandria di buon ora (6.00) imbocchiamo la A26 in direzione Gravellona Toce e poi svincolo per Aosta. Usciamo a Point Saint Martin e, svoltando a destra cominciamo a risalire la valle del Lys in direzione Gressoney La Trinitè. Giunti qui si procediamo verso la localià Staffal. Parcheggiamo l'auto nel piazzale partenza impianti e prendiamo la funivia che ci porterà a Sant'Anna. Qui facciamo il cambio con la seggiovia che ci scaricherà sul colle del Bettaforca. Intanto si sono già fatte le 9.30. Giornata splendida e con noi arrivano anche un gruppo di ragazzi che provengono da Milano. Per loro è la prima volta che salgono al Quintino così come lo è per me e il Mic. Solito rito del "trucco". Crema solare e abbondante burro cacao sulle labbra. Qui siamo a 2.700 Mt. mentre l'arrivo è quasi a 3.600 Mt. e siamo in Agosto. E' opportuno non fare economia con le protezioni. C'è un bar sul Bettaforca. Meglio aggiungere ancora una bottiglia d'acqua alla nostra scorta stipata nelle borracce. Sul percorso non ci sono altri punti per gli approvigionamenti. Zaino in spalla, macchine fotografiche pronte a portata di mano, bastoncini impugnati e in marcia ! Il sentiero da imboccare e subito a destra scendendo dalla seggiovia, ben indicato dal solito cartello a fondo giallo indicante il n° 9. Se pensate di attraversare boschi per godervi l'ombra, scordatevelo. Il limite boschivo è ormai a 500 Mt. più in basso, quindi tutto il nostro percorso sarà sotto il sole. Siamo in marcia da circa mezz'ora, la stazione di arrivo della seggiovia è già scomparsa alla nostra vista, quando inaspettatamente, meraviglia davanti ai nostri occhi. Un branco di stambecchi, perlopiù femmine, con i loro cuccioli al seguito. Le macchine fotografiche cominciano a "sparare" a raffica e in ogni direzione. Monto anche il teleobbiettivo 75-300 mm. sulla mia Canon 300-D così da riprenderli un pò più da vicino. D'altronde sono quasi tutti giovanissimi e molto schivi, a differenza degli adulti che magari ti permettono qualche metro in più di avvicinamento. Presi dall'emozione, non ci rendiamo conto che abbiamo perso un buon quarto d'ora. Ripartiamo, seguendo i pallini gialli sulle rocce o gli ometti di pietra. La salita è dura, tutta su roccia e sfasciumi ma tutt'intorno il panorama merita di essere ammirato, e così fra sguardi di ammirazione, scatti fotografici, abbeveraggi, il tempo passa inesorabilmente senza che ce ne rendessimo conto. Ecco perchè la nostra salita è stata così lunga. Si arriva al colle della Bettolina. Piccola sosta per riprendere fiato ed energie (come se non ne avessimo fatte fin'ora!!!). Giungiamo finalmente all'inizio dei tratti attrezzati. Ci si arrampica tenendosi alle catene e con occhio sempre vigile siamo sulla cresta. Qui è un pò più agevole ma sia alla nostra destra che alla nostra sinistra i dirupi non ti permettono distrazioni. Ci si tiene al canapone che corre alla nostra sinistra. E' un pò basso, ma, anche se scomodo, tenersi a qual'cosa ti infonde sicurezza. In una piccola conca troviamo persino ancora un pò di neve. La attraversiamo senza difficoltà e subito dopo, sulla roccia, una targa di ottone ruba la mia attenzione. Ricorda una ragazza di quindici anni precipitata giù in basso un pò di anni prima. Penso per un istante a quel momento.... Deve essere stato tremendo. Una giornata partita all'insegna del divertimento, come stiamo facendo io e Mario, si trasforma in un attimo in un dramma al quale non c'è rimedio. Qui in cresta è meglio non fermarsi se si hanno delle persone al nostro seguito, perchè se volessero passarci davanti, lo spazio e molto risicato. Meglio tirare dritto. Comunque noi abbiamo lasciato passare un gruppo molto prima, in un punto dove lo si poteva fare senza pericoli, così ogni tanto mi fermo per guardare alla mia sinistra, dove scende l'imponente ghiacciaio di Verra e scrutando bene con il binocolo riesco anche ad intravedere la sagoma del rifugio Mezzalama. Siamo sulla passerella di legno e oltrepassandola superiamo l'ultima salita che ci porterà dritti dritti davanti al Quintino Sella. Sono oramai le 13.30 abbondanti quando io e Mario posiamo gli zaini a terra e con soddisfazione leggiamo la targa sulla facciata del rifugio: "CLUB ALPINO ITALIANO - SEZIONE DI BIELLA - NUOVA CAPANNA QUINTINO SELLA AL FELIK - MT. 3585". Controllo l'altimetro del mio gps. Mi conferma l'altitudine. Soddisfatissimi ci concediamo il consueto spuntimo, mentre ci godiamo il panorama tutt'intorno. La neve e il ghiaccio padroneggiano senza timore di sciogliersi, mentre alle spalle del rifugio si erge la sommità del Castore che domina il piccolo altopiano dove ci troviamo. Ovviamente scattiamo foto, anche con l'aiuto di altri escursionisti, così per farci riprendere io e Mario insieme. Sopraggiungono un pò di nubi, ahimè, tanto da coprire la vista delle cime intorno a noi, e tra queste anche il Cervino. Scende la temperatura, tanto da obbligarmi a tirar fuori dallo zaino la giacchetta estiva ed indossarla. Mario, seguendo il mio esempio si infila un maglione in più. Non abbiamo molto tempo per aspettare che si apra un pò il cielo. Abbiamo perso troppo tempo nella salita con le foto e sappiamo che dobbiamo essere al Bettaforca entro le 17.30. Poi la seggiovia e la funivia chiudono e arrivare in paese scendendo a piedi vorrebbe dire affrontare 1.100 Mt di dislivello in più arrivando all'autovettura inesorabilmente di sera e con fatica in più accumulata nelle gambe. Trascorsa così un'ora circa al rifugio, cominciamo la discesa. Annuvolamenti si alternano a sprazzi di sereno, mentre si alza un pò di vento che, sinceramente, in alcuni momenti è persino fastidioso. Mi si gelano le mani, quindi inforco i guanti e già che ci sono anche il cappellino invernale. Arriviamo alla stazione della seggiovia dieci minuti prima della chiusura. Sbarchiamo a Sant'Anna e saliamo sulla funivia che scende a Gressoney. E' l'ultima corsa, ma il manovratore ci avvisa che partiremo in ritardo. C'è ancora un gruppo dietro di noi. Hanno telefonato e disperati hanno chiesto e ottenuto di essere attesi. Meglio così. Il sole è riuscito ad avere la meglio su quelle poche nubi che in quota ci hanno raggelato, mi tolgo la giacchetta e io e il Mic ce lo godiamo nell'attesa. Bellissimo il Sella....... da ripetere !!!!Il rifugio Quintino Sella
Il rifugio Quintino Sella al Felik
Partiti da Alessandria di buon ora (6.00) imbocchiamo la A26 in direzione Gravellona Toce e poi svincolo per Aosta. Usciamo a Point Saint Martin e, svoltando a destra cominciamo a risalire la valle del Lys in direzione Gressoney La Trinitè. Giunti qui si procediamo verso la localià Staffal. Parcheggiamo l'auto nel piazzale partenza impianti e prendiamo la funivia che ci porterà a Sant'Anna. Qui facciamo il cambio con la seggiovia che ci scaricherà sul colle del Bettaforca. Intanto si sono già fatte le 9.30. Giornata splendida e con noi arrivano anche un gruppo di ragazzi che provengono da Milano. Per loro è la prima volta che salgono al Quintino così come lo è per me e il Mic. Solito rito del "trucco". Crema solare e abbondante burro cacao sulle labbra. Qui siamo a 2.700 Mt. mentre l'arrivo è quasi a 3.600 Mt. e siamo in Agosto. E' opportuno non fare economia con le protezioni. C'è un bar sul Bettaforca. Meglio aggiungere ancora una bottiglia d'acqua alla nostra scorta stipata nelle borracce. Sul percorso non ci sono altri punti per gli approvigionamenti. Zaino in spalla, macchine fotografiche pronte a portata di mano, bastoncini impugnati e in marcia ! Il sentiero da imboccare e subito a destra scendendo dalla seggiovia, ben indicato dal solito cartello a fondo giallo indicante il n° 9. Se pensate di attraversare boschi per godervi l'ombra, scordatevelo. Il limite boschivo è ormai a 500 Mt. più in basso, quindi tutto il nostro percorso sarà sotto il sole. Siamo in marcia da circa mezz'ora, la stazione di arrivo della seggiovia è già scomparsa alla nostra vista, quando inaspettatamente, meraviglia davanti ai nostri occhi. Un branco di stambecchi, perlopiù femmine, con i loro cuccioli al seguito. Le macchine fotografiche cominciano a "sparare" a raffica e in ogni direzione. Monto anche il teleobbiettivo 75-300 mm. sulla mia Canon 300-D così da riprenderli un pò più da vicino. D'altronde sono quasi tutti giovanissimi e molto schivi, a differenza degli adulti che magari ti permettono qualche metro in più di avvicinamento. Presi dall'emozione, non ci rendiamo conto che abbiamo perso un buon quarto d'ora. Ripartiamo, seguendo i pallini gialli sulle rocce o gli ometti di pietra. La salita è dura, tutta su roccia e sfasciumi ma tutt'intorno il panorama merita di essere ammirato, e così fra sguardi di ammirazione, scatti fotografici, abbeveraggi, il tempo passa inesorabilmente senza che ce ne rendessimo conto. Ecco perchè la nostra salita è stata così lunga. Si arriva al colle della Bettolina. Piccola sosta per riprendere fiato ed energie (come se non ne avessimo fatte fin'ora!!!). Giungiamo finalmente all'inizio dei tratti attrezzati. Ci si arrampica tenendosi alle catene e con occhio sempre vigile siamo sulla cresta. Qui è un pò più agevole ma sia alla nostra destra che alla nostra sinistra i dirupi non ti permettono distrazioni. Ci si tiene al canapone che corre alla nostra sinistra. E' un pò basso, ma, anche se scomodo, tenersi a qual'cosa ti infonde sicurezza. In una piccola conca troviamo persino ancora un pò di neve. La attraversiamo senza difficoltà e subito dopo, sulla roccia, una targa di ottone ruba la mia attenzione. Ricorda una ragazza di quindici anni precipitata giù in basso un pò di anni prima. Penso per un istante a quel momento.... Deve essere stato tremendo. Una giornata partita all'insegna del divertimento, come stiamo facendo io e Mario, si trasforma in un attimo in un dramma al quale non c'è rimedio. Qui in cresta è meglio non fermarsi se si hanno delle persone al nostro seguito, perchè se volessero passarci davanti, lo spazio e molto risicato. Meglio tirare dritto. Comunque noi abbiamo lasciato passare un gruppo molto prima, in un punto dove lo si poteva fare senza pericoli, così ogni tanto mi fermo per guardare alla mia sinistra, dove scende l'imponente ghiacciaio di Verra e scrutando bene con il binocolo riesco anche ad intravedere la sagoma del rifugio Mezzalama. Siamo sulla passerella di legno e oltrepassandola superiamo l'ultima salita che ci porterà dritti dritti davanti al Quintino Sella. Sono oramai le 13.30 abbondanti quando io e Mario posiamo gli zaini a terra e con soddisfazione leggiamo la targa sulla facciata del rifugio: "CLUB ALPINO ITALIANO - SEZIONE DI BIELLA - NUOVA CAPANNA QUINTINO SELLA AL FELIK - MT. 3585". Controllo l'altimetro del mio gps. Mi conferma l'altitudine. Soddisfatissimi ci concediamo il consueto spuntimo, mentre ci godiamo il panorama tutt'intorno. La neve e il ghiaccio padroneggiano senza timore di sciogliersi, mentre alle spalle del rifugio si erge la sommità del Castore che domina il piccolo altopiano dove ci troviamo. Ovviamente scattiamo foto, anche con l'aiuto di altri escursionisti, così per farci riprendere io e Mario insieme. Sopraggiungono un pò di nubi, ahimè, tanto da coprire la vista delle cime intorno a noi, e tra queste anche il Cervino. Scende la temperatura, tanto da obbligarmi a tirar fuori dallo zaino la giacchetta estiva ed indossarla. Mario, seguendo il mio esempio si infila un maglione in più. Non abbiamo molto tempo per aspettare che si apra un pò il cielo. Abbiamo perso troppo tempo nella salita con le foto e sappiamo che dobbiamo essere al Bettaforca entro le 17.30. Poi la seggiovia e la funivia chiudono e arrivare in paese scendendo a piedi vorrebbe dire affrontare 1.100 Mt di dislivello in più arrivando all'autovettura inesorabilmente di sera e con fatica in più accumulata nelle gambe. Trascorsa così un'ora circa al rifugio, cominciamo la discesa. Annuvolamenti si alternano a sprazzi di sereno, mentre si alza un pò di vento che, sinceramente, in alcuni momenti è persino fastidioso. Mi si gelano le mani, quindi inforco i guanti e già che ci sono anche il cappellino invernale. Arriviamo alla stazione della seggiovia dieci minuti prima della chiusura. Sbarchiamo a Sant'Anna e saliamo sulla funivia che scende a Gressoney. E' l'ultima corsa, ma il manovratore ci avvisa che partiremo in ritardo. C'è ancora un gruppo dietro di noi. Hanno telefonato e disperati hanno chiesto e ottenuto di essere attesi. Meglio così. Il sole è riuscito ad avere la meglio su quelle poche nubi che in quota ci hanno raggelato, mi tolgo la giacchetta e io e il Mic ce lo godiamo nell'attesa. Bellissimo il Sella....... da ripetere !!!!Rifugio Quintino Sella
e c'ero pure io... uno degli scenari più belli che mi siano capitati recentemente. luca http://utanapistim.wordpress.com/e c'ero pure io... uno degli scenari più belli che mi siano capitati recentemente. luca http://utanapistim.wordpress.com/Rifugio Quintino Sella
Escursione bellissima, peccato che io non riesca ad allegare le foto. Ci sono andata il 25 agosto con una giornata tersa ed una spolverata di neve.Rifugio Quintino Sella
e c'ero pure io... uno degli scenari più belli che mi siano capitati recentemente.
Rifugio Quintino Sella
Fantastico! Ci siamo stati il 20 e il 21 agosto 2008...Fantastico! Ci siamo stati il 20 e il 21 agosto 2008...Rifugio Quintino Sella al Felik
Nostalgiaaa!! (Rifugio Q. Sella nel luglio 1968)