Piramidi di Zone

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sonia_f
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Difficoltà: 
T2
Quota di partenza: 
600 m
Quota di arrivo: 
600 m
Dislivello: 
0 m
Tempo di salita o complessivo*: 
0h30'
Tempo di discesa: 
0h30'

Introduzione

Situate sull'altipiano di Cislano, nel territorio del comune di Zone, ad un'altitudine di 600 metri, le piramidi di Zone sono uno degli spettacoli naturali più singolari della conca sebina e costituiscono un importante documento dell'evoluzione geologica dell'epoca glaciale e post-glaciale alpina.
La Riserva Naturale delle Piramidi di Zone, istituita nel 1984 dalla Regione Lombardia; si trova sulla sponda orientale del lago d'Iseo (detto anche Sebino), in provincia di Brescia, nella valle del Bagnadona a ridosso delle pendici nord occidentali del monte Pura.

Descrizione

L'accesso al sentiero che conduce a ridosso delle piramidi è libero e parte dalla frazione di Cislano, nell'alta Val Marse, dove è possibile parcheggiare l'auto: esiste un parcheggio con area di sosta attrezzata, un chiosco aperto nei mesi estivi ed un bar nelle immediate vicinanze della zona da visitare. Il sentiero che porta alle piramidi parte da dietro la chiesetta di San Giorgio, il cui impianto originario risale al XII secolo, dopo la quale si trovano subito le tracce del sentiero; si tratta di un percorso facile, lungo circa un chilometro, segnalato e con la storia della formazione geologica della zona.
Il sentiero, immerso nel verde, passa intorno all'area delle piramidi, fino ad arrivare al lato opposto della vallata e a ricongiungersi con la strada. Il percorso ad anello è semplice e piuttosto breve ma permette di ammirare tutte le varie forme di erosione in un ambiente naturale molto interessante sia dal punto di vista botanico che faunistico. Spettacolare la vista delle piramidi da sotto, ma non si può trascurare il panorama del lago d'Iseo con Montisola, l'Isola di Loreto e sullo sfondo la frastagliata sponda bergamasca.
Le piramidi possono raggiungere un'altezza di 30 metri e hanno solitamente un masso al loro apice. Fungendo da cappello protettore (una sorta di ombrello), il masso impedisce che la pioggia eroda il conglomerato di sassi e argilla sottostante permettendo la conservazione di queste imponenti guglie di terra. Quando il masso poi cade, la piramide inizia rapidamente a sgretolarsi sotto i "colpi" dell'acqua piovana. Nel frattempo, altre se ne formano lungo il fronte della frana che arretra lentamente erosa dagli agenti naturali.

La genesi geologica delle piramidi

Durante l'ultima glaciazione tutto il comprensorio ora occupato dalla Val Camonica, era ricoperto dall'imponente massa del Ghiacciaio Camuno il quale, circa 150.000 anni fa (glaciazione di Riss), penetrò nella Val Bagnadore, creando un ghiacciaio laterale.
Durante le successive fasi di ritiro dei ghiacci in questa zona si venne a creare una morena, dovuta al deposito di una gran massa di detriti, che ostruiva completamente la valle impedendo il flusso dei torrenti e determinando come conseguenza la formazione di un lago. I torrenti però, continuando a trascinare detriti, finirono per colmare il lago formando l'altopiano dove oggi sorgono gli abitati di Zone e Cislano.
L'antica morena di sbarramento delle acque del lago, nel corso dei millenni, ha subito l'azione erosiva delle acque piovane e di scorrimento suddividendosi prima in quinte rocciose costituite da materiale argilloso e ghiaioso abbastanza cementato, caratterizzato dalla presenza di alcuni clasti di grandi dimensioni e poi in piramidi.
Le piramidi, in particolare, si formano quando sulla sommità di una cresta si trova un grosso masso il quale, facendo da cappello, protegge il materiale sottostante dall'erosione della pioggia, frenando il processo di degradazione. Quando le piramidi si assottigliano eccessivamente il masso che le sovrasta cade lasciandole senza protezione, questo fa si che il materiale di cui sono composte venga demolito in un periodo di tempo relativamente breve.
Il processo erosivo, che può durare da qualche decina ad alcune centinaia di anni, distrugge e crea sempre nuove piramidi con un meccanismo dinamico lunghissimo di cui è attualmente possibile osservare alcune fasi. Le zone non protette dai massi si assottigliano e si approfondiscono formando solchi che conferiscono al paesaggio un aspetto frastagliato che ricorda i canyon americani.

Nota

Alla fine del mese di Maggio il percorso risulta non interamente praticabile ed il sentiero è interrotto per pericolo di smottamenti. Il tempo di percorrenza indicato si riferisce, in effetti, alla prima parte del percorso, prima dell'interruzione, ed è comprensivo del tempo necessario ad ammirare il paesaggio.

 

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