Parco delle Marmitte dei Giganti

Ritratto di Cai56
Cai56
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Data rilievo: 
27/09/2012
Quota di partenza: 
333 m
Dislivello: 
300 m

INTRODUZIONE
Facile escursione che va a percorrere i ben noti itinerari principali della "Riserva Naturale delle Marmitte dei Giganti"; inedita invece l'estensione del percorso verso la Val Bregaglia fino alla discesa su Piuro. Il ritorno avviene lontano dal traffico della statale del Maloja, lungo una recente pista ciclo-pedonale che riporta a Chiavenna attraverso la caratteristica zona dei Crotti di Poiatengo. Tecnicamente il percorso non presenta alcuna difficoltà, ma la qualità della roccia ("pietra ollare") lo rende particolarmente insidioso in caso di umidità o piogge.

DESCRIZIONE
Dal parcheggio di Chiavenna 333m si prosegue verso la cancellata del cimitero e lo si contorna verso destra lungo un viottolo sovrastante il centro sportivo; in corrispondenza di una parete di roccia verticale si apre il passaggio che dà adito alla mulattiera della val Capiola, inizialmente affiancata da un torrentello. Se ne segue la sponda destra fino ad attraversarlo su di un breve ponte: subito dopo si presenta un bivio, con a sinistra la possibilità di effettuare una temporanea deviazione per la visita alle prime cave di pietra ollare. Tornati al bivio, si prosegue lungo la valletta e, oltrepassato il casello dell'acquedotto di Capiola, un bell'acciottolato introduce alla vasta radura del Prato Grande (sulla sinistra fonte e area di sosta); una lunga gradinata conduce fino al Passo Capiola, crocevia di sentieri e punto di partenza per la deviazione a sinistra in visita a monumentali erosioni glaciali e marmitte dei giganti. Tornati al Passo Capiola, trascurando la discesa verso Prosto, si sale a destra verso la mulattiera diretta a Uschione: una lunga serie di ripidi tornanti permette di risalire le sponde della scura e impervia Val Cavrii. Una palina indica il punto (località "Pianatee") dove abbandonare la via per Uschione, deviando a sinistra verso le antiche cave alte; il sentiero è stretto e con un lungo mezzacosta a saliscendi raggiunge i massi formanti caverna che recano segni di lavorazioni abbandonate e incisioni rupestri. Si prosegue la traversata nella foresta cosparsa di massi e - in ripida discesa - si arriva ad un buon sentiero pianeggiante: lo si segue a destra percorrendo lungamente una sorta di valletta buia e muschiosa (lungo il tragitto, i ruderi delle baite di Balzara), finchè una radura acquitrinosa annuncia il monte dei Vedriè, con una piccola baita restaurata. Da qui inizia una ripida discesa verso il fondovalle bregagliotto: in corrispondenza di un guado si attraversa la valletta formatasi in seguito alla frana che nel 1618 distrusse l'antica Piuro. Attraversando recenti boschi di latifoglie, il sentiero, ormai diventato carrareccia agricola, confluisce in una pista ciclo-pedonale asfaltata; si prosegue verso sinistra lungo il corso del fiume Mera, si oltrepassa con una breve galleria uno sperone di roccia (palestra d'arrampicata) e - per impraticabilità della riva - si attraversa su di un bel ponte moderno il corso d'acqua. In breve un secondo ponte - questo antico - consente di tornare sulla riva sinistra, proprio in corrispondenza dell'antico nucleo di Piuro con la chiesa parrocchiale; si sfila davanti a numerosi crotti e - su passerella a sbalzo sul fiume - si raggiunge un cospicuo esemplare di marmitta dei giganti. Entrando in Chiavenna, si oltrepassano i crotti di Poiatengo e i resti di un antico acquedotto; ormai sulle strade cittadine, si raggiunge l'edificio d'ingresso del Museo e del Parco Paradiso, quindi il Castello e infine il chiostro della Collegiata di san Lorenzo, proprio di fronte al parcheggio iniziale.