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Lago di San Martino, da Surrier

giancarloberetta

A cura di:

Ultimo rilievo: 06/09/2007
Difficoltà
T2
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
1784 m
Altezza di arrivo
2770 m
Dislivello positivo
986 m
Tempo di andata
03h30'
Tempo di ritorno
04h00'
Periodo consigliato

Accesso

Dalla barriera dell'autostrada A5 di Aosta-Ovest tenere la sinistra seguendo le indicazioni per Aosta - Saint-Pierre. Dopo un chilometro, alla rotonda, prendere la seconda uscita per immettersi sulla strada statale SS26. Procedere sulla statale per 4,3 chilometri superando l'abitato di Saint-Pierre sino a raggiungere una nuova rotonda con l'effige del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Prendere la prima uscita e continuare sempre sulla strada statale SS26 per 4,2 chilometri sino a ragginungere Arvier e la sua rotonda dedicata al ciclista Maurice Garin. Prendere la seconda uscita e proseguire su Via Corrrado Gex fino a raggiungere l'abitato di Leverogne, un chilometro più avanti, dove alla biforcazione bisogna tenere la sinistra ed imboccare la strada regionale SR25. Risalire la regionale per 15,8 chilometri superando il capoluogo di Valgrisenche e raggiungendo il villaggio di Bonne: da qui procedere sulla stretta stradina comunale per altri 5,9 chilometri risalendo la vallata sulla sinistra orografica sino a raggiungere, dopo una breve discesa, il parcheggio gratuito 🅿️ di Surrier dove è possibile lasciare l'auto.

[0h43'] - [32,1km]
Come arrivarci con GMaps
Come arrivarci con Apple Maps

Le indicazioni qui fornite sono state verificate alla data del rilievo dell’itinerario. Prima di partire è opportuno accertarsi che non siano sopraggiunte variazioni sostanziali sul percorso di accesso al punto di partenza. Pertanto,  per ottenere indicazioni stradali aggiornate e dettagliate, consigliamo l’utilizzo delle app per la navigazione satellitare fornite da Google o Apple.

Introduzione

Giro ad anello di ampio respiro che consente di percorrere, nella seconda parte, una splendida balconata panoramica sulle vette ed i ghiacciai dell'alto vallone percorso dalla dora di Valgrisenche e del vicino vallone di San Grato. Transitando, durante il ritorno, sotto le pendici della Becca di Giasson è facile individuare un paio di esemplari di gipeto, che nidificano nei pressi delle rocce sommitali.

Descrizione

Lasciata l'auto si imbocca una sterrata (evidenti paline segnaletiche) che si dirige a sud e che con un falsopiano si mantiene sulla sinistra del vallone della Dora di Valgrisenche e che, dopo una breve salita, termina nel pressi delle baite di Saxe Savoie (2036 m). Una breve salita, poi il sentiero si abbassa a ridosso di una balza rocciosa e subito dopo riprende a salire su delle terrazze erbose in direzione del pianoro dove sorge il rifugio Mario Bezzi (2284 m, 1h45') circondato dalle costruzioni dell'alpe Vaudet, ristrutturate recentemente, da dove si possono vedere sul fondo della valle gli estesi ghiacciai di Vaudet e Glairettaz. Si imbocca il sentiero che diparte subito a sinistra appena oltre il rifugio (paline segnaletiche) e che sale su di una ripida costola erbosa e, con un gran numero di svolte, si porta al sommo della fiancata erbosa della valle in un ripiano, Plan de Vaudet, su cui confluiscono alcune costole erbose. Si prosegue ora quasi in piano sul sentiero per alcune centinaia di metri fino al primo vallone percorso da un torrentello. Si giunge ad un bivio con paline segnaletiche (2500 m, 2h45'), si segue ora la traccia che va a destra e si sale costeggiando il torrente fino in fondo alla valletta dove esso scorre in una pietraia avendo di fronte la Punta Bassac Nord e la Grande Traversière. Un'anomala indicazione sull'erba formata da sassi ci indirizza sul costone alla sinistra (ometto di pietre alla sommità) dopo il quale, superati alcuni saliscendi tra magri pascoli e terriccio si giunge, seguendo anche una serie di ometti di pietra, nella conca dove è situato il lago di San Martino.
In circa 20 minuti si ritorna al bivio con palina segnaletica e si svolta decisamente a destra per proseguire dapprima con una breve salita su di una costola erbosa e poi a mezza costa, con leggeri saliscendi, si passano un paio di torrentelli, il secondo su di un ponticello, e si continua aggirando alcune costole erbose intervallate a pietraie e zone franose. Si attraversa un'ultima pietraia (numerose frecce gialle sui massi) e si sale col ben marcato sentiero guadagnando rapidamente quota ad un ampi ed evidente insellatura raggiungendo la sua prima puntina sulla sinistra (ometto con pietra gialla – 2594 m). Subito il sentiero scende rapidamente con stretti tornanti su terra ed alcune brevi pietraie con grossi massi (anche qui numerose frecce gialle sui massi). Al termine dell'ultima pietraia, un po' più larga delle precedenti, si compie un semicerchio verso sinistra per attraversare i torrenti che scendono dai ghiacciai sovrastanti (per attraversare il secondo torrente c'è un ponticello posto una ventina di metri più a valle del sentiero) per arrivare ad incontrare un altro sentiero che scende dal bivacco Ravelli e, a questo bivio ed a quello di pochi metri più avanti che porta al rifugio de Chalet l'Epée, si devia decisamente a sinistra. Si scende ora rapidamente per un tratto di sentiero formato da gradoni erbosi e terriccio, si guadano facilmente due torrentelli e si perviene, con un tratto a mezza costa, ad una piccola serie di brevi saliscendi che conducono all'alpe Mont Fortchat (2180 m). Giunti alla costruzione più in basso si devia a sinistra, si oltrepassa su di un ponte un torrente e ci si inoltra in un bellissimo bosco di conifere secolari. Il sentiero giunge così ad una sterrata, si svolta a sinistra, tralasciando a destra il tratto che conduce all'alpe Arolla e successivamente quello per le baite Truche, giungendo così ad intersecare la sterrata che abbiamo percorso all'andata: si devia a destra ed in pochi minuti si giunge alla zona del parcheggio.

Galleria fotografica

© 2021 - Giancarlo Beretta
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