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Col Chardoney, da Ru

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A cura di:

Ultimo rilievo: 26/07/2012
Lunghezza
17.00 Km
Quota di partenza
1695 m
Altezza di arrivo
3186 m
Dislivello positivo
1491 m
Tempo di andata
05h00'
Tempo di ritorno
04h00'
Periodo consigliato

Accesso

Lasciata l'autostrada A5 alla barriera di Aosta Est svoltare a destra ed imboccare la superstrada E27 da seguire per 8,4 chilometri. Giunti a Signayes svoltare a destra sulla Strada regionale SR28 seguendo le indicazioni per Bionaz/Laravoire. Superare una rotonda e proseguire sulla strada regionale SR28 lungo tutta la Valpelline. Attraversare gli abitati di Valpelline ed Oyace sino a raggiungere, dopo circa 27 chilometri, la località Dzovennoz. Svoltare a sinistra seguendo le indicazioni Chez Leo Merloz Ru, Ley Cretes. Risalire la stradina comunale per 1,3 chilometri sino a giungere nel parcheggio 🅿️ gratuito che precede il villaggio di Ru.

[0h39’] - [29,2km]
Come arrivarci con GMaps
Come arrivarci con Apple Maps

Le indicazioni qui fornite sono state verificate alla data del rilievo dell’itinerario. Prima di partire è opportuno accertarsi che non siano sopraggiunte variazioni sostanziali sul percorso di accesso al punto di partenza. Pertanto,  per ottenere indicazioni stradali aggiornate e dettagliate, consigliamo l’utilizzo delle app per la navigazione satellitare fornite da Google o Apple.

Descrizione

Chardonney significa “prato dove cresce il cardo (chardon, tzardon)”, a volte viene scritto “Chardoney” (es. Buscaini, Guida Alpi Pennine). Esistono localitĂ  con lo stesso nome nel comune di Champorcher e nel canton Vaud. Il rifugio Crete Seche si può raggiungere con tre sentieri. Quello normale, segnato col n. 2, è il piĂą lungo, attraversa a volte l’interpoderale che può essere seguita con poca perdita di tempo. Uscendo dal bosco sull’interpoderale si trova un indicazione “Raccourci Scorciatoia”, è l’inizio della “direttissima”, che ripidamente riporta su un tornante dell’interpoderale, che si lascia a destra per imboccare un sentiero all’inizio poco individuabile che zigzagando porta al sentiero numero 2 poco prima del rifugio. Proseguendo invece sull’interpoderale, quando la si abbandona per risalire verso l’alpe Berrier, parte un sentiero a tornanti che raggiunge il sentiero numero 2 poco dopo l’inizio del grande traverso che porta sotto il rifugio. E’ la “diretta” che permette di risparmiare qualche minuto, un sentiero ben tracciato e abbastanza comodo. Tempo intorno alle due ore. Dal rifugio si seguono le indicazioni per il colle del Crete Seche che portano ai piedi della scarpata al cui culmine si trova il ben visibile bivacco Spataro, scarpata che si supera sulla sinistra su detriti (segnali e ometti) per sbucare sul vasto Plan de la Sabbla, da dove è visibile il grande ometto del col de Crete Seche. Si seguono i segnali verso sinistra per superare il torrente (a volte si tribola un po’) e si giunge a sinistra sotto la scarpata che porta al col del Mont Gelè. Qui i segnali si dividono, a destra il sentiero numero 2 a sinistra le tracce per il mont Gelè. Il sentiero numero 2 supera due torrenti e risale il filo di una piccola morena per discendere dall’altra parte e continuare decisamente a sinistra. Al termine della morena si può scorgere una traccia che va a destra. La traccia si perde subito tra i detriti, ma seguendola con un po’ di intuito si incontrano degli ometti. Seguendoli si può arrivare al col de Chardonney passando per il plateau de Crete Seche, del quale l’abbè Henry ha scritto una descrizione mirabolante. Il posto è bello e severo, detriti, nevai, laghetti, torrenti ci sono tutti, ma il tragitto in salita deve essere abbastanza faticoso e meno panoramico di quello che passa che per il colle di Crete Seche, è piĂą conveniente in discesa, seguendo i numerosi ometti. Seguendo il sentiero numero due si arriva comodamente al col de Crete Seche dal quale si gode una bella vista sulla Svizzera a Nord e sull’Italia a Sud. Due ore dal rifugio. Si segue ora la cresta di confine seguendo dapprima dei segnali bianco azzurri sino a che questi non piegano decisamente a sinistra verso la Svizzera. Si continua per cresta, tenendosi sul filo o sul versante svizzero, sotto la sassosa “Trouma des Boucs” fino a quando si scorgono sulla destra gli ometti della variante prima descritta che si raggiungono per trovare tracce di passaggio, a volte quasi un sentiero. Sulla destra si sfiora il col Berlon. Si superano così facilmente gli ultimi ripidi metri e si arriva al colle accolti dall’elegante piramide della Becca Rayette e per vederla vale la pena di arrivare fin quassĂą. Un’ora dal col de Crete Seche. Volendo si può salire alla Trouma des Boucs, la cui cima con un bastone e un ometto è ben visibile dal colle. Salendo direttamente si incontro un passaggio un po’ esposto, si dovrebbe poterlo evitare aggirando la cima a sinistra. 

Galleria fotografica

© 2021 - Benedetto Lorusso
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© 2009 - Benedetto Lorusso
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© 2012 - Benedetto Lorusso
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