Cascate di Vallesinella, dall'ingresso del Parco di Vallesinella
Accesso
Per arrivare a Madonna di Campiglio seguire le seguenti indicazioni.
In auto
Milano (Km 220): Uscita Brescia Est -Lago d'Idro-Tione-Pinzolo-Madonna di Campiglio Modena-Brennero: Uscita Rovereto Sud-Mori-Arco-Sarche-Tione-Pinzolo-Madonna di Campiglio (Km 92) Uscita TRENTO CENTRO-Sarche-Tione-Pinzolo-Madonna di Campiglio (Km 73) Uscita San Michele all'Adige- Mezzolombardo-Cles-Dimaro-Madonna di Campiglio-Pinzolo (Km 78)
In pullman
- Da Trento: Trentino Trasporti - Atesina
- Da Milano-Brescia: Autostradale Viaggi
- Società Italiana Autoservizi
- Da Toscana-Emila: Lorenzini Tel. 0187.66804-66805
- Da Liguria-Lombardia: Stat Turismo
Introduzione
È un bellissimo percorso da fare comodamente con la propria famiglia in quanto il dislivello è leggero e i sentieri sono facilmente accessibili a tutti anche ai bambini.
Descrizione
Si arriva in macchina fino a Madonna di Campiglio in località Palù, da qui parte una strada che porta al Rifugio Vallesinella il quale si trova all’interno del parco Brenta-Adamello. In piena stagione, che di solito va dai primi di Giugno fino alla fine di Settembre, l’accesso alla strada è regolamentato e pertanto è possibile entrare e parcheggiare nel piazzale del rifugio, fino ad esaurimento posti, pagando l’ingresso di 5 €. Altrimenti è possibile lasciare l’auto nei pressi dell’ingresso del parco e prendere l’autobus al costo di 2 € (A/R) che ci porta fino al rifugio.
Io consiglio di lasciare l’autovettura all’ingresso del parco e di procedere in direzione del Rifugio Vallesinella a piedi. Ci dirigiamo pertanto verso la strada asfaltata che porta al Rifugio e imbocchiamo sulla sinistra l’inizio del sentiero dell’Orso che ci porterà alla prima tappa dell’escursione.
Il sentiero è molto bello in quanto si snoda all’interno di uno stupendo e fitto bosco di conifere, il suo sviluppo è dolce e piacevole al cammino, fino ad un bivio da dove è possibile prendere un sentiero che porta al passo Segantini e un altro al Rifugio Tuckett; noi però prendiamo quello che ci porterà al Rifugio Vallesinella.
Arriviamo al rifugio dopo circa un’ora di cammino, per darci un’ulteriore botta di adrenalina ci fermiamo a bere un caffè. Una volta rifocillati ci dirigiamo verso la partenza del sentiero 382 Malga Vallesinella, il sentiero inizia subito ad arrampicarsi dolcemente verso l’alto fino a che non inizia una salita fatta di gradini ricavati dalle radici degli alberi e sassi. Questo tratto dura per circa una 15 di minuti fino a che non ci si apre alla vista uno splendido altipiano con lo sfondo delle cime del Brenta.
Ci dirigiamo incuriositi a visitare la costruzione che si trova alla fine della malga, essa infatti è un bivacco in cui è possibile fermarsi a mangiare e dormire in un ampio stanzone fornito di camino e tavolacci.
Noi però ci cerchiamo un posticino comodo e isolato per dare fondo ai generi di conforto che ci siamo portati a presso, individuato il posto ci accingiamo a dare fondo alle cibarie.
Una volta rifocillato lo stomaco ci si dedica a ristorare lo spirito e il corpo abbandonandoci ai caldi raggi solari ed al vociare del prato con i mille brusii dei grilli e delle cicale.
Da questo altopiano continua il sentiero 382, che ci ha portati fino alla malga, con destinazione rifugio Giorgio Graffer e passo Grosté, noi però come da itinerario programmato ci dirigiamo verso le cascate alte.
Iniziamo la discesa su un sentiero intruppato di gente, se avessero avuto gli occhi a mandorla avrei pensato ad un pullman di giapponesi da quante persone erano. Il sentiero è abbastanza impervio ma molto bello in quanto dall’alto si intravedono ponti e ponticelli che in un secondo momento ci saremmo trovati ad attraversare. Dopo che siamo riusciti a superare una comitiva di persone in doppia cordata (leggi donna corpulenta trattenuta dalla cintola dei pantaloni per facilitarne la discesa) ci si presenta la cascata principale, dal ponticello è possibile ammirare il suo salto fino alla base, dove forma un piccolo bacino d’acqua verde-azzurra.
La quantità di gente che sosta alla base della cascata è degna di quanta se ne può trovare ad ammirare il duomo della città in visita. Proseguiamo sul sentiero che ora fiancheggia il torrentello generato dalle cascate in modo degradante fino ad entrare in un bosco. In meno di 30 minuti ci ritroviamo al Rifugio Vallesinella dove, in quanto siamo stati molto bravi, ci attende una squisita fetta di torta di carote.
Una volta che i “bambini” hanno fatto merenda ci si rimette in cammino per scendere a valle attraversando da prima il Rifugio delle Cascate di Mezzo e poi il sentiero dell’Arciduca che ci riporterà a Madonna.
Il sentiero si snoda attraverso uno splendido bosco con dei punti abbastanza ripidi fatti da scalini di roccia e radici.
Dopo circa 40 minuti arriviamo alle cascate di mezzo, che avevamo già visto in occasione dell’escursione al Lago di Valagola, da qui prendiamo la strada forestale che porta al Vivaio del Brenta e dopo una trentina di metri troviamo l’indicazione del sentiero che ci riporterà al punto di partenza.
Il sentiero denominato “dell’Arciduca” si snoda in un bosco stupendo e con profumi di funghi, ha declivio leggero e piacevole ma… in tutti i sentieri c’è un ma… infatti la fregatura è alla fine dove il sentiero si inerpica in una salita abbastanza accentuata della durata di circa 15 minuti fino a raggiungere il parcheggio Maroni che si trovava all’inizio della strada a pagamento.
Ripresa la macchina si rientra a Pinzolo stremati ma contenti per la stupenda passeggiata fatta.