Trekking in Val Nervia, da Buggio
Accesso
Uscire dall'Autostrada dei Fiori a Ventimiglia e percorrere la via Aurelia fino a Nervia, risalire la val Nervia passando per Camporosso e Dolceacqua; quest'ultima merita una sosta, interessante il ponte e i resti del castello; proseguire per Isolabona e Pigna, nota per le sue Terme, un eventuale interessante dopo gita. Da Pigna seguire la direzione Colla Langan e svoltare a sinistra per Buggio. Prendere nota dell'orario della corriera Pigna-Buggio, servirà per recuperare l'auto al terzo giorno (autolinee Riviera Trasporti).
Introduzione
Interessantissimo giro circolare in una zona molto bella e particolare, sia per la morfologia del territorio che per le fortificazioni belliche, e anche per le particolari fioriture primaverili.
Descrizione
Interessantissimo giro circolare in una zona molto bella e particolare, sia per la morfologia del territorio che per le fortificazioni belliche, e anche per le particolari fioriture primaverili. Prima tappa: Sotto il Toraggio c'è un branco di cavalli bradi, bellissimi; noi abbiamo percorso il giro in Agosto, c'era pochissima gente, più bikers che escursionisti; i sentieri erano profumati di lavanda, il comparire dei cavalli bradi tra la nebbia ci ha fatto vivere emozioni d'altri tempi. Attenzione: per tutto il giro non abbiamo trovato una sola fonte d'acqua, anche quelle che avrebbero dovuto esserci erano a secco!!! Fare rifornimenti adeguati prima di mettervi in cammino. Dolceacqua: il nome può derivare dalla presenza in questo luogo del fondo rustico di un romano dal nome Dulcius, oppure da un antico toponimo dei celti, Dussaga. Questa zona era abitata già cinque secoli prima di Cristo, epoca a cui risalgono alcuni castellieri dell'età del ferro eretti a scopo difensivo sulle alture circostanti. I primi documenti che parlano della città risalgono al 1151, epoca in cui fu costruito il castello, acquistato nel 1270 dal capitano genovese Oberto Doria, quello che vinse i Pisani alla battaglia della Meloria. Buggio ha antiche e belle case in pietra; attualmente è frazione di Pigna, mentre in passato era un comune a sè stante. La leggenda vuole che sia stato fondato da tre ladroni scappati dalla Francia attraverso il Passo dell'Incisa, nel IV secolo dopo Cristo; secondo un racconto tramandato da padre in figlio, nell'VIII secolo dopo Cristo, San Siagrio, vescovo di Nizza e nipote di Carlo Magno, si recò a Buggio a cresimare i bambini; è singolare che qui intorno ci sia l'unica chiesa esistente dedicata al santo. Buggio appartenne per un certo periodo a Genova, poi passò al Piemonte; diede i natali al Ministro delle Finanze Siccardi. Un centinaio di anni fa contava un migliaio di abitanti, ora ne ha un centinaio. Oltre che per escursioni e tracciati in MTB, la zona di confine sopra il rifugio Allavena ha anche una valenza storica; La Cima di Marta e i Balconi di Marta, che si affacciano sulla valle Roja, fino al Saccarello, furono fortificate dagli austro piemontesi e si ritrovarono ad essere teatro degli scontri sanguinosi contro i francesi nel 1794. Verso la fine del 1800 nella stessa zona furono costruiti ricoveri e baraccamenti serviti da strade militari tuttora esistenti. Il collegamento più importante partiva dal col di Tenda, con una strada militare che raggiungeva un colle dove c'erano 100 uomini, dal quale uno sterrato saliva al Saccarello, dove fu montata una batteria di cannoni. Cima Marta per la sua posizione strategica, era la postazione più importante di tutto lo spartiacque, perché attraverso i sentieri di montagna della zona si potevano aggirare con una sola mossa i forti del colle di Tenda e gli sbarramenti delle Alpi Liguri. Per questo motivo la posizione fu rafforzata ulteriormente con cinque batterie in grado di colpire obiettivi francesi, e nella zona furono costruiti baraccamenti per 500 persone e 30 animali. Tutta l'area tra il Toraggio e i balconi di Marta aveva una prima linea ed una linea arretrata di difesa. Tra il 1931 e il 1939, all'interno della montagna, sotto i balconi di Marta, venne realizzato un complesso sotterraneo che è il più grande del Vallo Alpino delle Alpi Occidentali e una tra le più grandi fortificazioni dello scorso secolo. Il complesso ha 1500 metri di cunicoli su 140 metri di dislivello, collegati da ripidissime scale; era costituito da una serie di postazioni tutte autonome (in termini di acqua, vettovaglie, ventilazione, munizioni, armamenti) e collegate da cunicoli, con cannoni puntati su obiettivi francesi; tutto questo complesso sparò solo pochi colpi, finché nel 1943 le opere vennero abbandonate e il confine rettificato, per cui si ritrovarono sotto la Francia e furono saccheggiate dai locali e dai partigiani. Il complesso può ancora essere visitato con le opportune cautele, non andarci però MAI da soli e munirsi di torce.
Seconda tappa: Buggio - Rifugio Allavena
Parcheggiare l'auto nella piazzetta di Buggio (445 m), e soffermarsi sul tabellone orientativo ; ci sono due sentieri che salgono alla Colla Melosa: uno, quello delle Tane, che parte in alto oltre la frazione, è classificato EE; noi abbiam preferito il più semplice, il raccordo Sentiero N° 10, segnato con strisce bianco-rosse, che inizia dal parcheggio, prima costeggia e poi e attraversa il torrente; è una bella mulattiera che sale tra i terrazzamenti, a tratti ombreggiata, mentre si allarga il panorama sui coltivi della val Nervia e su Buggio, ai piedi del Monte Toraggio. La prima tappa è il gruppo di case intorno alla Madonna di Lausegno (722 m); qui il sentiero sale ripido, tra coltivi profumati, poi attraversa i pendii con un lungo spostamento, riprendendo a salire deciso in prossimità di un gruppo di baite diroccate, nel bosco fitto. Il bosco cambia mano a mano che si sale: prima oliveti, poi noccioli, poi faggi, lecci, e infine pini e larici. Dopo il tratto tra le conifere, il sentiero sbuca su di una strada, da seguire a sinistra, all'altezza della diga della Tenarda (1330 m); questo è il tratto che ci è piaciuto meno: proseguendo sulla strada si scende parecchio perdendo dislivello fin sotto la diga, si attraversa, e si risale dall'altro lato della valletta costeggiando per un bel pò il filo spinato che costeggia il bacino; questa parte a noi è sembrata decisamente brutta, e molto più lunga di quanto segni l'ultimo cartello indicatore: tenendo conto della perdita di quota, sono circa 300 metri di dislivello, nelle gambe ne abbiamo già quasi 1000, con uno zaino non proprio leggero, e lo spostamento è notevole; il rifugio Allavena (1540 m), si vede solo quando si è a pochi metri. Davanti a noi il Monte Pietravecchia, e di fianco, a sinistra, il Monte Toraggio: prima sorpresa: sembra di essere sulle Dolomiti... Fin qui, da Buggio, non abbiamo incontrato neppure una persona!!! (1140 metri di dsl + la risalita alla Tenarda, 8 km, 4h00'). Al rifugio Allavena (70 posti letto a castello, Cai di Bordighera, apertura dal primo dicembre al 2 novembre) si può arrivare anche in auto da Pigna o da Triora, passando dalla strada asfaltata che transita per Colla Langan. Oltre il rifugio Allavena c'è il rifugio Grai, a 1900 metri di quota, ma non è custodito, almeno non lo era quando abbiam fatto il giro noi. Il rifugio Allavena è un bel fabbricato con camerette ordinate, possibilità di doccia calda e di un buon pasto; il telefonino qui non prende, occorre spostarsi un centinaio di metri verso sud. Ad Agosto c'erano parecchi bikers, che percorrevano l'impegnativa discesa su Ventimiglia, che fa parte dei percorsi Limone-Ventimiglia, e Ginevra-Ventimiglia. L'inizio della mulattiera Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Madonna di Lausengo Interno della cappella Salendo tra i coltivi Il bosco Ruscello Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Conifere Cartello ottimista! Finalmente il Rifugio Allavena Nebbie serali Rifugio Allavena - Rifugio Muratone Dal rifugio Allavena sono possibili diversi itinerari, a piedi o in MTB; noi abbiam scelto di salire al Pietravecchia, scendere al colle dell'Incisa, percorrere il tratto della strada degli Alpini sotto il Monte Toraggio, e divallare fino al rifugio Muratone, dove pernotteremo. Lungo il percorso, niente acqua: confesso che siamo arrivate al limite, perché faceva anche parecchio caldo, e il rifugio Muratone l'hanno aperto praticamente solo per noi, intorno alle 17,30 quindi quando siamo arrivare verso le 16 era chiuso, non c'era una goccia d'acqua intorno, ed eravamo in giro dalle 8 del mattino... Dal Rifugio Allavena (1540 m) percorrere la strada sterrata in salita fino ad un bivio, a sinistra, con evidenti segnalazioni del Sentiero degli Alpini, un percorso scavato nella roccia delle pareti quasi perpendicolari dei Monti Pietravecchia e Toraggio, realizzato dagli alpini per portare a dorso di mulo vettovaglie ed armi alle fortificazioni della zona, e in particolare a Cima Marta, di nascosto dai francesi, arrocati sull'altro versante. Il tracciato rimase abbandonato per quasi 50 anni, e solo recentemente è stato risistemato e messo in sicurezza dal CAI di Bordighera (alcuni tratti erano nel frattempo franati); sono state sistemate delle catene nei punti più esposti. Il sentiero, pur spettacolare e impressionante, non è diffcile, è valutato un primo grado nella scala delle difficoltà, ma è assolutamente sconsigliato a chi soffre di vertigini. Al bivio, prendere a sinistra, incontrando subito alcune catene; dopo un po' abbiamo abbandonato il sentiero degli Alpini per seguire l'indicazione che porta al Pietravecchia, con bel percorso in un lariceto, perché abbiam deciso di vedere il panorama dall'alto, prima di scendere al rifugio successivo. Seguendo ad un certo punto di nuovo lo sterrato, siamo arrivate al colle della Valletta (1909 m), scarsamente panoramico, ed abbiam deciso di fare una deviazione alla punta della Valletta. Da quest'ultima, con vista a 360 gradi, dove un nugolo di cavallette si è mordicchiato senza che me ne accorgessi la maglietta messa ad asciugare sull'erba, siamo ridiscese al colle omonimo e risalite al Pietravecchia (2038 m, 1h40'), per quella che era una vecchia strada militare, a sinistra del colle. Il panorama dalla punta è spettacolare, specialmente sul Monte Toraggio di fronte a noi, peccato per le nebbie che stavano salendo dal mare....Ridiscese di nuovo al colle della Valletta, abbiam proseguito sul lato ovest del Pietravecchia, su bel sentiero in discesa, seguendo l'indicazione Ventimiglia sulla targhetta per i bikers. Il percorso è molto bello, semplice a piedi, un po? meno per chi lo percorre in MTB, perché deve prendersela per mano o a spalle per lunghi tratti. Si scende dietro al Monte Pietravecchia con traversi e poi con svolte ripide, tra cespugli di lavanda, e panorama sulle Alpi Francesi, arrivando al colletto dove incomincia la cresta che sale al Monte Toraggio: siamo alla gola dell'Incisa (1685 m). Quando abbiam percorso noi il sentiero, nell'Agosto 2005, non c'erano indicazioni; ci sono due sentieri, uno, che continua a nord, frequentato dai bikers, classificato E, facile, come prosecuzione di quello percorso finora, dietro al Monte Toraggio, l'altro che scende a strette giravolte a sud, sostenuto da muretti a secco, e si innesta nel sentiero degli Alpini, classificato EE, escursionisti esperti; abbiamo scelto questo sentiero, e ci siamo ritrovate sulla spettacolare cengia scavata nella roccia ed attrezzata con catene; si prosegue sempre in sicurezza, attraversando e rimontando svariati canali, fino ad arrivare sui prati a sud del Toraggio. Ad un certo punto c'è una deviazione: a destra, freccia rossa, per la sommità della montagna, diritto, bolli gialli, per il rifugio Muratone. Abbiamo rinunciato alla punta perché ormai immersa nella nebbia, proseguendo sul nostro sentiero che d'ora in poi non presenta più problemi, eccezion fatta per la interminabile lunghezza, perché scende molto dolcemente entrando ed uscendo da tanti valloni, e da un certo punto in poi raccoglie di nuovo i bikers e gli escursionisti che son passati dietro il Toraggio, dedicando loro precise istruzioni nei punti più pericolosi (per chi lo percorre in bici, a piedi non c'è alcun problema); d'ora in poi ignorare le varie deviazioni, peraltro molto ben segnalate, e continuare diritto. Da un certo punto in poi sul sentiero c'era parecchio sterco di cavallo, per cui abbiam pensato ad una ippovia, invece era il "segno" della presenza di un bel branco di una quarantina di animali allo stato brado, eleganti e selvaggi. Intorno a noi fiori profumatissimi, cespugli di timo e lavanda, cardi. Arriviamo alla gola del Corvo (1403 m), dietro c'è la Francia, e scendendo ancora, parte per sentiero e poi per sterrata, al rifugio Muratone (1180 m, 7 ore circa dal rifugio Allavena). Il rifugio è il riadattamento di una casermetta della Guardia di Finanza, ci dicono che attualmente non è custodito (nel caso fosse difficoltoso reperire le chiavi, c'è un altro posto tappa un paio di km più a valle alla Gola di Gauta); i tavoli sotto gli alberi si affacciano sulla val Nervia e lo sguardo arriva fino al mare; dentro, le pareti sono tappezzate di splendide fotografie del branco di cavalli, scattate anche con la neve, e di foto spettacolari di fiori; questa zona è un paradiso per i botanici: narcisi, peonie, fritillaria, varie specie di genziane, tulipano dei monti, giglio rosso, giglio martagone, giglio di san Giovanni, semprevivo di Allioni, varie specie di orchidee, la spinalba. Alcune specie sono rarissime.
Galleria fotografica Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Rifugio Allavena e Monte Toraggio Salendo al Colle Valletta Colori Cardi Il bel sentiero tra i larici Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Salendo, il lago della Tenarda Vers la France Dalla Punta della Valletta Toraggio e Sentiero degli Alpini Toraggio dal Pietravecchia Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Scendendo dal Pietravecchia Lavanda Verso il Colle dell'Incisa Sentiero degli Alpini A sud del Colle dell'Incisa Colle Muratone - Pigna La sera del secondo giorno il cielo verso il mare si è incupito e sono incominciati a correre lampi ed a rombare tuoni. Il mattino successivo non pioveva, ma non prometteva neanche tanto bene... Abbiamo deciso di scendere immediatamente a Pigna. Nel 2005 c'era un sentiero che scendeva dal colle Muratone direttamente a Pigna; in caso di pernottamento alla gola di Gauta, raggiungibile dal basso per strada asfaltata, una piccola deviazione si allaccia allo stesso sentiero. Il sentiero è il numero Sentiero N° 8, è lungo sei km ed ha un dislivello in discesa di 975 metri; considerare almeno un paio d'ore, perché ha parecchio spostamento ed anche qualche risalita. Il sentiero scende dapprima molto ripido, tra prati incolti e boschetti (abbiamo sentito animali nel sottobosco, senza vederli), poi risale leggermente ed attraversa verso nord fino a raggiungere uno sterrato da seguire in salita; si scende quindi verso una piccola chiesa e successivamente per una bella pedonale lungo le stazioni di una via Crucis fino a Pigna, dove in pullmann si ritorna all'auto; noi abbiam perso il pullmann per una manciata di minuti, e ci siam fatte ancora 7 km a piedi, dai 183 metri di Pigna ai 445 di a Buggio, passando sopra l'invitante stabilimento termale di Pigna... Ci hanno detto che nel bosco sono presenti cervi, lupi, e l'mmancabile cinghiale; in alto abbiam visto volare due aquile. Galleria fotografica Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Sentiero degli Alpini Un bel tratto Mappa Verso il Rifugio Muratone Passaggio aereo per MTB Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Garofanini Ancora fiori Verso il Passo del Corvo Rifugio Muratone Addensarsi di nubi Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Trekking in ValNervia - © 2008 Maria%20Grazia%20Schiapparelli Discesa a Pigna Terrazzamenti Pigna Viuzze di Pigna Toraggio e Pietravecchia da Triora
Collegamenti esterni
www.altaviadeimontiliguri.it
Tempo complessivo: 14h00' Primo Giorno: 4h00' Tempo di salita: 7h00' Tempo di discesa: 3h00' Dislivello: Salita1095+120 m (1°giorno) Salita498 m Discesa 850 m (2°giorno) Salita262 m (3°giorno)