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L’anello di Sambuco, da Fabbriche

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A cura di:

Ultimo rilievo: 08/05/2010
Difficoltà
T2
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
400 m
Altezza di arrivo
890 m
Dislivello positivo
600 m
Tempo di andata
04h30'
Tempo di ritorno
02h00'
Periodo consigliato
Esposizione
E W S N NW NE SE SW NNE ENE ESE SSE SSW WSW WNW NNW

Introduzione

Sambuco è proprio un bel villaggio, probabilmente sconosciuto ai più, ma pur sempre, incredibilmente, nel comune di… Genova… Già anni fa avevo visitato la frazione e ricordavo trattori, mucche e un pollaio, e in parte ho rivissuto quella memoria. Tutta l’area è ancora molto ben conservata, con tanti muretti a secco in perfetto ordine…

Descrizione

Il sentiero all’inizio non è marcato, ma vi sono un paio di cartelli che aiutano.
Nel primo, piazzale della chiesa, si da’ il passo Gava, distante solo un’ora, ma è un po’ troppo ottimistico (più ragionevole forse un 75-90 minuti). Il secondo cartello si trova 5 minuti dopo l’ultimo edificio di “Case Stellin”.
Utilissimo pure il libro del Parodi (ma non quello riferito al Beigua, ma bensì quello sui monti di Genova – gita n. 3), che fornisce chiare indicazioni.
Si superano due guadi non facili e poi ci si inerpica con un brevissimo passaggio che richiede un minimo di attenzione; nella parte centrale si intravedono le vecchie strisce arancione in parte cancellate e sostituite con delle bandierine bianco rosse, ormai però sbiadite (forse si è usata una vernice poco resistente, perché peggio conservata rispetto al precedente sistema di marcatura); nuovamente, quando si sta per arrivare al passo Gava, non vi sono più segnalazioni.
Questo fa si che forse il percorso sia poco adatto a chi non ha almeno un minimo di conoscenza del territorio. Inoltre, conviene evitare i periodi troppo caldi, sia per le temperature sia perché la presenza di molta erba alta rende più difficile “vedere” il sentierino.
Si arriva cosi al passo Gava (752 m), importante crocevia di sentieri e ci si inerpica sui due tondi rossi.
Salendo ho intravisto un paio di pietre che ancora portano il segno delle slitte che trasportavano a valle il legname. Poi si svolta a sinistra per il riparo Gilwell (890 m) su una diramazione abbandonando il segnale FIE. La costruzione era aperta ed usata da un gruppo di giovani (poco più in quota la fonte Bullu). Dopo la pausa pranzo siamo ritornati sul sentiero principale e risaliti con i due tondi rossi fino al crocevia (a quota 1000 circa) con il quadrato vuoto rosso (appena ridisegnato), poi seguendo quest’ultimo in discesa si e’ ritornati alla frazione.

COMMENTO (tenendo presente che il giro è stato fatto nel 2008 e poi replicato nel 2016)
Lungo il percorso, più volte, abbiamo visto il rudere di “casa Ravazze o Tilla”, splendido in questo senso il volume della comunità montana Argentea (è possibile scaricare il pdf del libro dal sito) che racconta tutte le storie delle strutture dell’area… Altro bel punto intravisto, un po’ da lontano, è il salto del rio Malanotte (una decina di metri?). Chissà, forse tra i due guadi c’è la possibilità di arrivare alla base del salto, ma mi sono accorto della cascatella quando ormai ero un po’ troppo distante dal punto ed era già tardi per ritornare a cercare…


Altre info sul percorso a pag. 4 del link

http://www.cralgalliera.altervista.org/16.pdf 

Chi vuole puo’ vedere delle foto al link della gita del 2008

http://digilander.libero.it/MAURIZIOLC/sambuco08.pdf

 

Qui di seguito invece le immagini dell'uscita del 2016:

http://www.cralgalliera.altervista.org/Sambuco016.pdf

http://www.cralgalliera.altervista.org/Saiardo016.pdf

 

scatti singoli alle corrispondenti righe di:

http://www.cralgalliera.altervista.org/altre2016.htm

http://www.cralgalliera.altervista.org/anno2016.htm

 

altre foto ai link
http://digilander.libero.it/MAURIZIOLC 

Galleria fotografica

© 2021 - Maurizio Loconti
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© 2008 - Maurizio Loconti
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