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Laghi dei Bianchi, dal Lago di Gera

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A cura di:

Ultimo rilievo: 05/12/2008
Lunghezza
0.00 Km
Quota di partenza
2000 m
Altezza di arrivo
2000 m
Dislivello positivo
600 m
Periodo consigliato

Introduzione

Gita da fare solo con tempo sereno per due buoni motivi: primo, le vette dei gruppi Bernina e Scalino rimarrebbero in caso contrario occultate; secondo e più importante, dovendo spesso procedere a vista senza tracce né segnali sarebbe facilissimo perdersi malamente. Molto bello con poca neve (e conoscendo il percorso); pericoloso con carichi nevosi più abbondanti e non assestati. In quest'ultimo caso tenere presenti le iniziali difficoltà alpinistiche: alcune centinaia di metri in traverso orizzontale su ghiaccio di valanga a 45°.

Descrizione

Dall'ampio piazzale 2070m, seguendo le abbondanti indicazioni, per agevole sentiero e poi lungo una passerella si sale sul muro della diga di Alpe Gera (Alp Sgera); si prosegue lungo la stretta pista a destra lungo tutto il lago, svoltando a destra verso la Valle Poschiavina (Val Pus-ciavina). Verso sinistra è indicato il sentiero per l'Alpe Gembrè da cui ritorneremo. La traccia cementata si impenna per superare il gradino glaciale e improvvisamente si sbocca in piano in un ambiente completamente diverso: un ambiente che tutte le guide descrivono come "bucolico" o "idilliaco". Ci troviamo in una convalle scavata fra rocce montonate con fondo a pascolo dove serpeggia il torrente; sulla sinistra le numerose baite dell'Alpe Poschiavina (Alp Pus-ciavina) 2230m. Il sentiero, segnalato a vernice gialla (Alta Via della Valmalenco), oltrepassa le baite e si porta a superare con qualche svolta un gradino roccioso che sostieneun nuovo ripiano di pascoli (Mut de la Cagna). Qui si abbandona il percorso classico - verso i Passi di Ur, Canciano e Campagneda - per risalire in diagonale la sponda sinistra (qualche traccia di animali): si procede con pendenza costante fino a reperire una conca erbosa ai piedi di una parete rocciosa (un ricovero di pastori alla base di un masso staccato). Da questo punto si inverte la direzione di marcia e, sempre in diagonale, si sale verso una blanda bocchetta: lungo il cammino si intercetta un buon sentiero che conviene seguire. Appena al di là della bocchetta troviamo due bei laghetti - il primo ormai molto torboso - che prendono il nome da una sovrastante fascia di rocce chiare: Laghi dei Bianchi (Laach dii Sggianch). A monte del secondo lago si nota la sponda arrotondata di un canalone: la si risale ripidamente su terreno friabile e smosso arrivando ad un avvallamento longitudinale che si attraversa; per la linea di massima pendenza - un centinaio di metri - si raggiunge un secondo avvallamento longitudinale percorso da tracce di sentiero. Qui si ritrovano buone segnalazioni a vernice, che si seguono verso sinistra; si percorre lungamente un bellissimo terrazzo sospeso 2600m che ospita alcune pozze di fusione nevosa. Giunti su di uno sperone - in vista delle cascate glaciali dell'altro versante - la traccia avanza a saliscendi attraverso una pietraia fino ad un secondo sperone affacciato sulla Valle Confinale ("Val da Canfinaal"): in alto a destra è visibile il Bivacco Anghileri-Rusconi 2654m. Si affronta un ripido canalone, che cala verso i pascoli del fondovalle, uscendone mediante una cengia verso sinistra. In piano, su morbidissimo pascolo, ci dirigiamo a sinistra verso la soglia sospesa della Valle Confinale: improvvisamente l'erba termine e il sentiero, sassosissimo e ben marcato, precipita sulla sottostante Alpe Gembrè (Alp Sgembrè) 2215m. Seguendo le indicazioni per Campo Moro (Cammoòr) si percorre una larga traccia che scende fin quasi al livello del Lago di Alpe Gera: subito dopo una semigalleria si risale il margine sinistro di una frana attiva. Siamo al livello dell'imbocco della Valle Poschiavina, ma non la raggiungiamo; scendiamo invece a destra lungo un brutto sentierino a gradoni rocciosi, che ci riporta in breve al bivio segnalato precedentemente. Da qui si ripercorre la carrareccia che lungo la diga riporta al piazzale di partenza. Le evidenti pareti di ruvido serpentino che fiancheggiano la diga e il bacino di Gera e il primo ripiano della Valle Poschiavina ospitano una serie di bellissime e lunghe vie di arrampicata ben attrezzate e di difficoltà moderata (max 6a/6b). Unico neo la temperatura: si arrampica bene solo in estate; quota ed esposizione formano ghiaccio già a settembre. 

Ci siamo stati