Joseph-Marie Trèves, figura di straordinaria importanza nella storia valdostana, nacque il 31 agosto 1874 a Erésaz, un piccolo villaggio nel comune di Émarèse. Ultimo di dodici fratelli, crebbe in una famiglia di umili montanari, condizione che segnò profondamente la sua visione della vita e il suo futuro impegno sociale. La sua giovinezza fu segnata dalla precoce perdita dei genitori e dal lavoro nei campi, che svolse fino ai diciotto anni, quando decise di entrare nel seminario di Aosta.
Nel 1900, dopo l'ordinazione sacerdotale, celebrò la sua prima messa al Rifugio dei Poveri di Aosta, una scelta simbolica che anticipava quello che sarebbe stato il suo percorso di vita. Scelse deliberatamente di esercitare il suo ministero in piccole parrocchie di montagna, per rimanere vicino alle persone più bisognose e condividerne le difficoltà quotidiane.
L'abbé Trèves non si limitò al solo ruolo religioso, ma divenne un instancabile promotore di iniziative sociali e culturali. Si dedicò alla creazione di casse rurali per sostenere economicamente i più poveri, fondò la Caisse-pension pour les travailleurs prévoyants e la Ligue antialcoolique valdôtaine. Il suo impegno si estese anche alla difesa dell'identità culturale valdostana, battendosi strenuamente per la preservazione della lingua francese e delle scuole di villaggio, che erano state fondamentali per combattere l'analfabetismo nelle valli.
Durante il periodo fascista, la sua attività di resistenza culturale si intensificò. Insieme a Émile Chanoux fondò la Jeune Vallée d'Aoste, una delle prime organizzazioni di resistenza pacifica al regime. La sua visione politica, espressa in una significativa lettera all'Abbé Gorret del 1931, auspicava la creazione di una Repubblica Italiana federale sul modello svizzero, dove la Valle d'Aosta potesse mantenere la propria autonomia culturale e linguistica.
Nel 1925 fu assegnato alla piccola parrocchia di Excenex, nei pressi di Aosta, dove continuò la sua missione fino alla morte, avvenuta il 21 giugno 1941. Fedele fino all'ultimo al suo principio di vita, lasciò nel testamento una frase che riassume perfettamente la sua esistenza: "Sono nato povero, ho vissuto da povero e voglio morire povero" ("Je suis né pauvre, je vis pauvre, je veux mourir pauvre").
La figura dell'abbé Trèves rimane un esempio luminoso di coerenza tra ideali e azione pratica, un uomo che seppe coniugare la fede religiosa con l'impegno sociale e politico, dedicando la sua intera esistenza alla difesa dei più deboli e alla preservazione dell'identità culturale della sua amata Valle d'Aosta.